L’omelia di Delpini: le parole dell’arcivescovo sul politico e sull’uomo
di FRANCESCA CHAOUQUI
Nessuna assoluzione e nessuna condanna nell’Omelia dell’Arcivescovo Mario Delpini, pronunciata ieri durante il funerale di Silvio Berlusconi. L’alto prelato ha descritto il politico, l’uomo d’affari, il personaggio pubblico. Una descrizione scevra da giudizi e pregiudizi, fedele ed equilibrata per inquadrare l’uomo. Monsignor Delpini ha parlato dell’amore per la vita di Berlusconi, della sua voglia di accettare sempre nuove sfide, la sua capacità di “non sottrarsi alle critiche”. L’Arcivescovo le passa in rassegna tutte le ‘vite’ di Silvio Berlusconi, sensibilizzando le coscienze a guardare oltre il giudizio degli uomini per dare voce al desiderio di Dio per l’uomo. Dio vuole l’uomo, creato a sua immagine e somiglianza, felice. Così Delpini racconta la ricerca della felicità di Berlusconi attraverso la sua inclinazione ad “amare e desiderare di essere amato. E cercare l’amore, come una promessa di vita, come una storia complicata, come una fedeltà compromessa”. Ricerca della felicità attraverso la bellezza “godere il bello della vita. Essere contento senza troppi pensieri e senza troppe inquietudini. Essere contento degli amici di una vita. Essere contento delle imprese che danno soddisfazione”. Ricerca della felicità attraverso la condivisione della gioia: essere contento “delle cose buone, dei momenti belli, degli applausi della gente, degli elogi dei sostenitori”. Un Berlusconi capace di “godere della compagnia. Essere contento delle cose minime che fanno sorridere, del gesto simpatico, del risultato gratificante”. La felicità nel lavoro: l’uomo di affari “non può fidarsi troppo degli altri e sa che gli altri non si fidano troppo di lui. È un uomo d’affari e deve fare affari”, ha sottolineato Delpini nella sua omelia. Quindi il passaggio sul Berlusconi politico che “cerca di vincere. Ha sostenitori e oppositori. C’è chi lo esalta e chi non può sopportarlo. Un uomo politico, nei nostri tempi, è sempre un uomo di parte. Quando un uomo è un personaggio, allora è sempre in scena. Ha ammiratori e detrattori. Ha chi lo applaude e chi lo detesta”. Solo alla fine l’Arcivescovo Delpini pronuncia il suo nome “Silvio Berlusconi è stato certo un uomo politico, è stato certo un uomo d’affari, è stato certo un personaggio alla ribalta della notorietà. Ma in questo momento di congedo e di preghiera, che cosa possiamo dire di Silvio Berlusconi? È stato un uomo: un desiderio di vita, un desiderio di amore, un desiderio di gioia. E ora celebriamo il mistero del compimento. Ecco che cosa posso dire di Silvio Berlusconi. È un uomo e ora incontra Dio”. Dunque nessun giudizio, nessuna condanna, nessuna assoluzione, ma la consegna a Dio dell’uomo, che ha vissuto e che ha amato e forse è ció che conta al cospetto di Dio, l’unico che potrà giudicare Silvio Berlusconi.
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