Politica

Berlusconi, Occhetto: “La sinistra ha perso contro di lui perché non ha saputo vedere la novità”

di Edoardo Sirignano -


di EDOARDO SIRIGNANO

“La sinistra ha avuto il demerito di non aver fatto subito un’analisi alta del fenomeno Berlusconi, di essersi abbandonata semplicemente alle tematiche di tipo moralistico e non invece aver visto in lui una novità”. A dirlo Achille Occhetto, il leader della sinistra battuto dal Cavaliere nel 1995.

Quale il suo ricordo dell’imprenditore di Arcore?

Berlusconi ha cambiato la politica italiana. L’ha fatta passare da quella dei partiti della Prima Repubblica, alla prima sperimentazione di populismo. Stiamo parlando di un modello che ha ispirato persino Donald Trump. Il mio resta un giudizio severo, anche se personalmente ho avuto rapporti umani molto cordiali col mio avversario e la sua famiglia. Non ci siamo mai scontrati oltre il terreno della proposta.

Quali sono le doti che ha apprezzato?

Berlusconi aveva la capacità di essere suadente. Era tipica di un paternalismo funzionale ai propri interessi, una bonomia veramente interessante dietro la quale si nascondeva una sostanziale cattiveria, che lo portava a non considerare qualsiasi regola.

Senza di Berlusconi, il suo progetto sarebbe durato a lungo?

Non so se avremmo avuto un’altra Italia. Il suo progetto era profondamente diverso da quello che pensiamo. In quella famosa campagna elettorale voleva allearsi con la Democrazia Cristiana di Martinazzoli e richiamare in campo Ciampi, un vero liberale, non finto come Berlusconi.

La storia politica così si sarebbe mossa su binari profondamente diversi?

Silvio ha cambiato il gioco politico italiano attraverso una capacità dell’uso cinico delle parole d’ordine. Ha vinto le elezioni, dicendo che c’era il pericolo comunista quando ormai non c’era più in nessuna parte del pianeta. Gli italiani ci hanno creduto, così come hanno fatto quando ha promesso un milione di posti di lavoro e poi non li ha dati. Questo è il classico esempio del populismo, cioè avere la capacità di presentare al di fuori di qualsiasi logica politica normale, cosa che i miei avversari non avrebbero mai fatto.

Ha, quindi, spiazzato tutti?

Può essere considerato da alcuni un merito. Per me è stato un demerito perché ha introdotto nel centro germi di destra destra. In tal senso un apprendista stregone.

Oggi ha un erede?

Berlusconi ha vinto perché ha messo insieme tutti i rimasugli della Prima Repubblica, dicendo solo a parole di essere contro il passato. Ha, poi, unito tutti movimenti giustizialisti, da un lato quello nazionalista di estrema destra e dall’altro quello separatista. Un capolavoro se lo vogliamo vedere dal punto di vista tattico, ma un disastro per un quanto riguarda la strategia.

A cosa si riferisce?

L’Italia si trova senza prospettive politiche e lo stesso Berlusconi senza eredi all’interno del suo partito. L’unico possibile successore, che non è affatto uguale a lui, può essere considerata Meloni, che però si è comportata da apprendista stregone.

La premier Meloni può continuare il progetto del leader di Arcore?

Quello di Silvio si è rotto da tempo. Meloni ne ha un altro. Il successo dell’attuale presidente del Consiglio è un qualcosa che va oltre la volontà di Berlusconi. Non è vero quanto scritto da molti giornali, ovvero che con la dipartita di Silvio è finita un’epoca. Berluscono era già terminato da tempo. Nei giorni della morte, però, la retorica finisce sempre col prendere il sopravvento.

A suo parere perché quello schema inventato dal Cavaliere è riuscito a durare così a lungo?

La sinistra ha avuto il demerito di non aver fatto subito un’analisi alta del fenomeno Berlusconi, di essersi abbandonata semplicemente alle tematiche di tipo moralistico e non invece aver visto in lui una novità. L’imprenditore, quindi, ha potuto intrecciare, accordi, inciuci, senza porre al centro il problema del conflitto di interessi. È falso dire che la sinistra a testa bassa ha combattuto Berlusconi. In realtà lo ha graziato.


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