EJA EJA MATTAR-ELLA’
Tommaso Cerno
Ci è voluto quel fascistone di Mattarella a spiegare che era giusto lasciar parlare il ministro Roccella alla Fiera del libro di Torino. Chissà cosa gli dirà adesso la sinistra che ha gridato allo scandalo perché secondo Elly Giorgia Meloni sarebbe insofferente alle contestazioni, magari dirà che in fondo il Quirinale prima era dei Papi e poi è stata una Reggia, che ha ospitato quel re Vittorio Emanuele III che in fondo in fondo assegnò il governo a Benito Mussolini. Perché ormai l’importante è contestare. Con tutte le cose che il governo dovrebbe spiegare al Paese, con tutte le contraddizioni che questa maggioranza ha, come tutte le maggioranze, continuiamo sulla linea fallimentare di dire che lei non ha il diritto di stare lì. Una bella baggianata, che ha raggiunto negli ultimi giorni picchi di straordinaria follia. Follia che preoccupa molto più della destra al governo, perché starebbe a significare che la sinistra italiana, il suo patrimonio culturale, quella che un tempo era la sua chiara e netta visione del mondo, si è annacquata in un turpiloquio, in uno strombazzamento di censure e di insulti a persone. Senza che da questi derivi ormai un’idea di Paese e un’idea del mondo. Tra le ultime notizie dei piani alti del Nazareno c’è che sicuramente la solidarietà del Pd a quei quattro dementi che hanno impedito a due donne, un ministro e un famoso avvocato, ma soprattutto due donne che hanno sempre manifestato apertamente il proprio pensiero e subito rispettandola ogni forma di contestazione, addirittura ad un festival che dovrebbe avere come argomento la letteratura, cioè la libertà di espressione nel suo senso più grande da quando esiste l’uomo su questo pianeta malato. Non bastasse abbiamo sentito dirigenti di primo livello della sinistra affermare che la destra avrebbe preso possesso della Rai, quando ancora i vertici indicati da questo governo non si sono insediati, le principali trasmissioni nel palinsesto politico sono state tutte confermate e i due addii finora ufficiali dipendono da scelte personali che non hanno nulla a che vedere con censure o soppressione di programmi da parte della Tv pubblica. L’ha detto Fiorello, come lo ha capito qualunque italiano. Poi c’è la guerra, su quella invece va tutto bene. Va bene inviare le armi. Va bene mandare i caccia F16. Va bene l’idea di vincere al posto di resistere. Va bene il rischio che il conflitto si allarghi e diventi globale. Sull’unica cosa su cui la sinistra dovrebbe attingere alla propria tradizione pacifista, su quello il governo ha ragione. Su quello non hanno niente da dire. Su quello applaudono. Ed ecco qual è il fenomeno che sta avvenendo in Italia: ci sono milioni di persone ormai che non vorrebbero votare a destra, ma dall’altra parte non trovano nulla di chiaro, nulla che non abbia come propria tonalità politica l’odio per chi ha vinto queste elezioni. Lo ha capito bene Giuseppe Conte che zitto zitto dopo avere giocato la partita elettorale in contrapposizione con Meloni sul reddito di cittadinanza, ed aver davvero osservato per i primi mesi la nuova segretaria del Pd all’opera, si sta ricollocando proprio in quest’area che non ha voce. Un’area difficile da definire, che sta crescendo silenziosamente nel Paese, che non si riconosce nella ricetta di questo governo ma che ne riconosce la legittimità, quello che ancora il Pd reduce da 10 anni di governo senza consenso elettorale fa fatica a comprendere. Rischiando di bruciare in poco tempo anche quell’effetto Schlein che fa davvero fatica a partire.
Torna alle notizie in home