Il Sommo Poeta e il Purgatorio dell’ambiente: L’Agenda 2030 e la profezia di Dante l’ecologista
di ANGELA ARENA
Il necessario Purgatorio della transizione ecologica Il percorso di transizione ecologica impone non solo improcrastinabili interventi strutturali, ma anche e, soprattutto, la diffusione di una cultura dello sviluppo sostenibile a cominciare dall’istruzione e dalla formazione dei giovani. Un utile spunto di riflessione sul tema è insito in uno dei più grandi capolavori della letteratura mondiale di tutti i tempi, mai troppo studiato, ovvero nella Divina Commedia, laddove l’interesse, la meraviglia, lo stupore ed il rispetto del Sommo Poeta nei confronti della natura, emerge in tutte le sue forme e manifestazioni già a partire dall’incipit, “Nel mezzo del cammin di nostra vita, / mi ritrovai per una selva oscura”, ma ancor più evidente nel XXVIII° canto del purgatorio. Sebbene universalmente riconosciuto come il Padre della Lingua Italiana, i mirabili versi attraverso cui Dante descrive minuziosamente il paesaggio circostante, oltre a rivelarne la sua profonda conoscenza di tutto lo scibile coevo, lo rendono, senza dubbio, anche un ecologo ante litteram. L’estrema sensibilità per la natura ed in generale per il creato intero, coltivata e maturata dal giovane Dante durante gli anni della formazione presso l’Ordine dei Francescani, costituiscono la sua più grande forma di ispirazione poetica “Tuttavia l’elemento centrale di studio rimane l’uomo in quanto soggetto chiamato ad agire nei confronti delle risorse naturali a beneficio della società”, come sottolineato nella pubblicazione di ARPA Veneto, dal titolo “Dante e l’ambiente”, predisposta da Laura Pighi. Il perenne afflato vitale che anima il messaggio ecologista evocato nelle terzine dantesche, risiede, infatti, nella rivendicazione del diritto-dovere dell’uomo, la cui permanenza sulla terra è temporanea, a vivere in armonia con i propri simili e con la natura che non deve essere violata, in quanto, rappresenta la perfezione e la bellezza della mano di Dio: “…Le cose tutte quante hanno ordine tra loro, e questo è forma che l’universo a Dio fa simigliante”. Una visione, quella di Dante nella Divina Commedia, perfettamente in linea con gli obiettivi individuati durante il summit del 2015 ed inseriti in Agenda 2023 e che si prefiggono come scopo ultimo, proprio l’ equilibrio e l’ armonia dei popoli, tra crescita economica, uomo ed ambiente. Il viaggio del Sommo Poeta nei tre regni dell’oltretomba è quanto mai affine al percorso di transizione ecologica che stiamo attraversando. Dante intravede un preciso significato nell’ordine naturale che invece sembra essersi perso di vista nell’attuale epoca dell’industrializzazione e del consumismo, con conseguenze che sono, purtroppo, sotto gli occhi di tutti. In particolare, la legge del Contrappasso rappresentata attraverso le 7 cornici del Purgatorio, laddove le anime sono costrette a riparare le proprie colpe e a purificarsi per poi accedere al Paradiso, ben si adatta all’epoca contemporanea e alla necessaria espiazione che bisogna affrontare, in termini di trasformazione radicale dei nostri stili di vita, ovvero di quei comportamenti dannosi per la Natura che l’uomo ha compromesso a causa della sua avidità, per costruire un futuro più sostenibile. Peraltro, le cause prevalentemente antropogeniche dei mutamenti climatici sono state più volte sottolineate dagli scienziati, i cui allarmi sono rimasti troppo spesso inascoltati, pertanto, come nel purgatorio dantesco, in virtù della legge del contrappasso, l’uomo è chiamato, inevitabilmente, a riparare i danni da lui stesso creati, attraverso una sorta di espiazione ecologica
Torna alle notizie in home