Il ritorno di Silvio “Con la mia Marta cambierò Forza Italia”
Il partito di Marta. Così si chiamerà la nuova Forza Italia. A dirlo non uno qualunque, ma lo stesso Cav. Le prime parole di Berlusconi dopo il ricovero sono dedicate alla compagna che lo ha assistito nel momento più difficile della vita: “Ha superato sé stessa – rivela al Corsera”. Il leader di Arcore si riprende la creatura, ma ne disegna anche il futuro. Se allo stato la regia del grande capo non è neanche in discussione, perchè da buon leone intende dettare l’agenda fino a quando ne ha possibilità, il delicato compito del rinnovamento viene ereditato da quella donna chi gli è stata vicino durante la malattia. “La storia di Fi – predica il capo degli azzurri – è in continuo rinnovamento”. Il riferimento è probabilmente al nuovo corso per cui si sono battuti il numero due Tajani insieme alla prima donna di Arcore. Tutti sanno, d’altronde, che la nativa di Melito di Porto Salvo, nella rivoluzione avvenuta a queste latitudini, è stata più che protagonista. Solo grazie al suo apporto, i governativi sono riusciti a imporsi sui ribelli Ronzulli e Cattaneo. Una missione pianificata con la sacra famiglia e in particolare con la primogenita Marina, con cui mai nessun altro flirt del Cav era riuscito a dialogare. Nel momento più complesso della storia azzurra riesce a realizzare una vera e propria epurazione, che tanto ricorda quelle congiure che avvenivano ai tempi dell’antica Roma. Il fine alto sarebbe posizionarsi, nel migliore dei modi, all’interno del grande “partito conservatore” immaginato da Giorgia. Ecco perché vengono spinti verso la Lega i ribelli, che, consapevoli di essere stati sconfitti, non possono far altro che chiedere a chi li ha comandati fino a ieri di riprendere le redini. Tutti sanno, però, che un romantico come Silvio mai metterà da parte chi gli ha regalato un matrimonio in età avanzata per la fisioterapista di turno.
Gli uomini della regina
A prendere il largo, quindi, è il nuovo cerchio magico guidato da quattro emergenti parlamentari. Il primo è Alessandro Sorte, nuovo coordinatore del partito in Lombardia e braccio destro di Marta. Il secondo è Stefano Benigni, portavoce del giovanile. Ci sono, poi, Tullio Ferrante, sottosegretario ai Trasporti e Alessandro Battilocchio, deputato laziale indicato dai fedelissimi del titolare della Farnesina. Un’ape regina, quindi, circondata da validi colonnelli. Questo sembra essere il futuro di Fi nel dopo Silvio. Una svolta, d’altronde, che già si è presa la rivincita nel primo turno delle amministrative. Basti pensare che a Brindisi è in piena partita, al ballottaggio, un profilo indicato da Fi. I fatti, quindi, premiano il gotha dell’ultima ora, che almeno per ora riesce a frenare le fuoriuscite di quei moderati, che non hanno alcuna intenzione di dialogare con una sinistra sempre più massimalista.
La grande casa centrista
Il grande sogno di Silvio è creare un contenitore moderato, che riesca ad imporsi anche nella forza conservatrice immaginata dalla premier. Per raggiungere tale obiettivo, però, non basta la rivoluzione avviata dal duo Tajani-Fascina, né una federazione con “Noi Moderati” e l’Udc. Occorrono nuove energie. Altrimenti si continuerà a sottostare ai diktat sovranisti. Per tale ragione, Berlusconi chiama quel politico per cui ha manifestato, in qualunque occasione, stima. Ci riferiamo al solito Matteo da Firenze. “Dice – spiega al Corsera – spesso cose giuste, ma fino a quando non ne trarrà le conseguenze politiche, scegliendo la nostra metà campo, non si potrà andare al di là di occasionali convergenze in Parlamento”. L’ideatore del centrodestra vuole lasciare la politica scalando l’ultima grande montagna, ovvero dare al presidente del Consiglio un partito cattolico, che a differenza del suo Pdl, non dovrà stare più ai ricatti dei sovranisti di turno: “Con il Pd a sinistra e il tramonto del Terzo Polo, che è morto ancora prima di nascere, lo spazio al centro si allarga. E Forza Italia lo presidia perchè siamo gli unici davvero liberali, cristiani, garantisti, europeisti e atlantisti”. In tal senso, Silvio intende stipulare l’ennesimo “contratto” con gli italiani, basato appunto sulla riscoperta dei valori cristiani, che potrebbero essere le fondamenta per una nuova casa in cui ospitare chi non si ritrova nella rossa coalizione di Elly.
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