Fazio e Littizzetto via dalla Rai verso Discovery. Ma a Filippa Lagerback non ci pensa nessuno?
Rumors che nelle scorse settimane si erano fatti sempre più insistenti sono diventati certezza domenica scorsa: dopo 38 anni, Fabio Fazio lascia la Rai e, dalla prossima stagione televisiva, sarà uno dei volti Warner Bros. Discovery.
Con lui, che si è accaparrato un contratto quadriennale ben più ricco di quello offertogli da Viale Mazzini, traslocherà anche Luciana Littizzetto, sua storica controparte televisiva, e insieme potrebbero mettere in piedi, su Nove, una versione completamente rinnovata di “Che Tempo che fa”.
Il format, infatti, non appartiene alla Rai ma è di proprietà de “L’Officina”, società di produzione facente capo a Fabio Fazio e, per un secondo 50%, di Banijay Italia a cui il conduttore savonese tre anni orsono vendette la licenza per la realizzazione di “Che Tempo che fa”, nel rispetto della norma del servizio pubblico che prevede che nessun conduttore possa appaltare la produzione di un programma a società proprie.
Cosa succederà in Rai mentre Fabio Fazio sarà impegnato a ricostruire via satellite il proprio salotto buono, che negli anni ha ospitato alcune tra le più grandi personalità del mondo contemporaneo, da Lady Gaga a Papa Francesco? Lontani da certezze, in pole per occupare lo slot della domenica sera su Rai3 rimane Massimo Giletti, in uscita da La7 e particolarmente caldeggiato dal ministro Salvini, il quale sui social festeggia la cacciata di Fazio e Littizzetto sfregiando “Bella Ciao”.
Oltre a #CTCF, a sentire i ben informati “campione” di raccolta pubblicitaria, dei 38 anni in Rai di Fabio Fazio restano quattro Festival di Sanremo, il recentissimo speciale dal Memoriale della Shoah e un solo rimpianto: l’ulteriore slittamento di “Fiesta!”, lo speciale dedicato alla Carrà che proprio lui avrebbe dovuto condurre il prossimo 17 Giugno.
Fabio Fazio ha salutato con parole di gratitudine la “sua” azienda: attenzione, quindi, a fare di lui un martire della Rai che svolta a destra o, peggio, uno sprovveduto che non sa come trarre il meglio dal mercato, prova ne sia che a Discovery è riuscito addirittura a strappare un ruolo editoriale di primo piano. Il suo addio è una questione politica? Sì, nella misura in cui la politica è de facto l’editore della tv di Stato. E come tale ha il diritto-dovere di fare delle scelte. Con buona pace di chi, con queste scelte non è d’accordo, e ora si preoccupa del futuro lavorativo di Filippa Lagerback.
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