Attualità

Intelligenza artificiale e difesa del Paese. Se il governo scende in campo col Golden Power

di Redazione -


di STEFANO CRISCI*
Entro il 2024, 36 mila imprese prepareranno la svolta digitale. La disponibilità delle nuove tecnologie, e l’ormai imprescindibile potenza di calcolo, sta già influenzando i noti modelli di business con riguardo, ad esempio, al servizio di consulenza, di gestione del rischio, nonché di identificazione e monitoraggio dei clienti, così coinvolgendo nuovi soggetti attivi nell’utilizzo
Di fronte a un simile scenario, non sorprende come le nuove frontiere dell’Intelligenza Artificiale, della robotica e della cybersecurity costituiscano vere e proprie declinazioni delle attività e dei servizi di rilevanza strategica per il Sistema Paese, anche sotto il profilo della disciplina normativa del golden power.
L’esercizio del cosiddetto “potere d’oro” da parte del Governo, che nasce dall’esigenza di difendere i settori “sensibili” nazionali dalle possibili acquisizioni azionarie predatorie da parte di takeovers ostili, assume oggi rilevanza fondamentale alla luce dello sviluppo tecnologico globale e dell’urgenza di approvvigionamento delle materie prime, sulle tracce della crisi pandemica e, da ultimo, di quella energetica aggravata dal conflitto russo-ucraino.
Per esempio, l’esercizio dei poteri speciali in Italia ha bloccato acquisti di Cina e Russia in ambiti come droni militari (sull’italiana Alpi Aviation o la friuliana Faber Industrie), ma anche nell’ambito della robotica (Robox), e dei semiconduttori (Applied Materials, Lpe). Mario Draghi ha bloccato la vendita da parte dell’italiana Faber Industrie S.p.A., leader nella progettazione e produzione di bombole e sistemi di stoccaggio di gas, alla russa Rusatom GasTech, la quale avrebbe offerto un acquisto per il 99,4% delle quote. Ancora, ad oggi, in argomento TLC, assistiamo ad una stretta del governo sui gestori. Così il 31 marzo con quattro DPCM ha imposto una diversificazione di fornitori a Fastweb,Zefiro Net e quindi Wind tre e Illiad.
Il governo Meloni ha usato questo strumento già più volte e da ultimo, pochi giorni fa, approvando un DPCM che entra pesantemente nell’operazione che si sta trattando tra gli americani di Wirpool e i turchi di Arcelik. Per la prima volta infatti, viene considerato “strategico” il settore degli elettrodomestici.
Un Golden Power che progressivamente ha posto fine alla attuazione del memorandum della “via della seta” siglato nel 2019 e che dovrebbe rinnovarsi automaticamente per cinque anni a marzo 2024.
Lo strumento del Golden Power dovrebbe consentire, se ben utilizzato, la migliore gestione del bilanciamento necessario, fra la richiesta del mercato, gli interessi delle aziende, quelli del governo, al contempo tutelando le attività sensibili e la necessità di protezione della sicurezza nazionale.
Detta disciplina dunque appare oggi di notevole rilevanza a fronte del crescente interesse di paesi stranieri, come la Cina, per le startup italiane.
Ciò detto, l’esercizio dei poteri speciali dovrebbe essere limitato alle sole ipotesi in cui da una determinata vendita da parte di un’azienda strategica italiana derivino rischi concreti per gli assetti sensibili nazionali. Esso mira alla tutela dei beni e dei servizi di importanza prettamente strategica, tra i quali, come visto, si annoverano quelli dotati di IA.
La vera sfida di oggi, in termini di tecnicità e tempistica, è relativa all’adattamento giuridico-normativo a questa nuova realtà: esso da un lato deve consentire di regolare le innovazioni tecnologiche già esistenti sul mercato e dall’altro, dovrebbe prevenire la gestione normativa di futuri ed eventuali danni derivanti dalle progressive applicazioni e innovazioni degli strumenti tecnologici e di IA, alla luce di nuove forme di responsabilità.
Le iniziative legislative della Commissione europea e del Parlamento prospettano un nuovo quadro giuridico che delinei, anche e soprattutto gli obblighi legali da seguire nello sviluppo, nell’implementazione e nell’uso dell’Intelligenza Artificiale, della robotica e delle tecnologie correlate nell’Unione europea.
In tal senso è compito del legislatore e dei titolari dei poteri governativi di ogni paese, esercitare ed implementare ogni giorno la governance al fine di evitare il verificarsi di situazioni potenzialmente distruttive e irreparabili.
l’esercizio del Golden Power potrebbe quindi essere uno dei più efficaci strumenti di tutela, ma il suo utilizzo deve essere sapientemente bilanciato al fine di evitare la chiusura di una parte di mercato altrimenti libera di svilupparsi e dare delle opportunità altrimenti impossibili, nel contempo tutelando lo stesso da storture o violazioni che potrebbero essere deleterie per l’economia e la sicurezza stessa di determinate realtà. In questo senso è vero che lo Stato deve intervenire per preservare il patrimonio tecnologico e l’occupazione, come ha risposto il governo Meloni di fronte ad alcuni legittimi dubbi; ma siamo sicuri che l’esercizio del Golden Power anche in questi casi sia un atto di regolazione legittimo e non si sovrapponga alle normali politiche industriali?

*Professore di “Market Regulation” e “Diritto dell’IA”
Università La Sapienza di Roma, Facoltà di Economia


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