“Imiti Mussolini e Fanfani ma apra ai figli dei genitori gay”
ANNAMARIA BERNARDINI DE PACE AVVOCATO
“Sbagliato chi dice che la popolazione invecchia e poi non vuole dare un figlio a due uomini e due donne. In Italia si può partorire in ospedale e lasciare un bambino allo Stato e non invece darlo a genitori dello stesso sesso, che magari hanno il denaro per crescerlo”. A dirlo Annamaria Bernardini de Pace, tra i maggiori esperti di diritto di famiglia e della persona, che esorta la premier Meloni ad abbassare le tasse per incentivare le coppie a procreare, così come a riprendere quanto di buono fatto sia dalla Dc di Fanfani che dallo stesso Mussolini.
Ci dobbiamo rassegnare a essere un Paese che non fa figli?
Non lo so! Spero che le politiche del governo possano portare i giovani ad avere più speranze e sicurezze.
Cosa intende?
Quando sono nata, nel 1948, la Dc aumentò le abitazioni, dandole a ragazzi, coppie con figli. Si chiamavano, appunto, case popolari Fanfani. Ciò ha permesso a tante persone, compreso mio padre, che allora faceva il magistrato e a quei tempi guadagnavano poco, non come adesso, di comprare e non pagare un affitto. Lo ha potuto fare a una cifra molto inferiore rispetto a quella di un qualsiasi mutuo odierno. Così ha potuto anche mantenere quattro figli.
L’esperimento è ancora possibile?
A mio parere bisognerebbe fare le case popolari Meloni per i giovani sposi a prezzi particolari. Non serve un altro reddito di cittadinanza. Sarebbe intelligente, al contrario, intervenire sulle tasse.
Riducendo le imposte, si possono invogliare i giovani a crearsi un nucleo familiare?
Assolutamente! Serve davvero ridurre le tasse sulla prima casa, così come per chi affitta. È ovvio che se ho bollette altissime, tendo a scaricarle su chi prende in locazione il mio immobile. Così, però, si rende la vita impossibile a chi ha un progetto di vita. Le coppie, oggi, non vivono una quotidianità semplice. Sono costrette a spostarsi sempre più e nella maggior parte dei casi non possono permettersi la tata per guardare i figli o gli asili nido. Sono ormai un lusso. È assurdo che lo Stato accetti di lasciar pagare ottocento euro al mese per affidare ad altri il bambino mentre si è sul posto di lavoro.
I problemi aumentano se si vive a mille metri di altezza. Un quarto dello stipendio viene utilizzato per pagare gas e luce…
Altro aspetto da non sottovalutare. Ricordo, poi, provenendo dal Salento, che le famiglie dei miei nonni, pur non essendo ricche, erano numerose. Oggi sono in aumento i figli unici, che probabilmente servono per accontentare l’egoismo dei genitori. La verità è che è cambiato il modo di intendere il matrimonio. Una volta era un dovere sociale, rimaneva in piedi anche se c’erano i tradimenti perché si dovevano formare dei cittadini per lo Stato. Al contrario, ora, ci si sposa in teoria per amore, ma in verità per una festa e quindi le unioni finiscono, purtroppo, al primo interesse per qualcun altro. L’esistenza della separazione e del divorzio creano una paura nei coniugi che pensano sia forse meglio non diventare genitori. Se le cose non vanno bene, ci si può lasciare senza problemi.
Una soluzione potrebbe essere far crescere dei bambini a due uomini o due donne?
Sono d’accordo nell’adozione. Mi sembra assurdo in una società piena di famiglie, dove le donne lavorano e gli uomini si occupano della casa, pensare che solo una madre possa crescere un bambino. Non capisco perché due maschi non potrebbero crescere dei figli.
I migranti, invece, possono sopperire all’emergenza?
Così l’etnia italiana, come sostiene il ministro Lollobrigida, non come razza, i perfidi hanno voluto pensare così, ma come cultura, rischia di sparire.
Stiamo parlando di una sorta di politiche simili a quelle del Ventennio…
Mussolini l’ho trovato pessimo per una serie di cose, a partire dall’avvicinamento al nazismo. Per quanto riguarda le politiche familiari, dello sport e di bonifica, però, nessuno le ha fatte bene come lui. Lo dice chi è cresciuta in una famiglia storicamente antifascista. Una parte delle sue iniziative sono esemplari.
Perché allora Giorgia non va in questa direzione?
Ha paura di essere definita fascista, pur avendo già dimostrato da anni che non ha niente a che vedere con quella storia.
La sinistra, intanto, si attesta la paternità di tali battaglie?
Mi dica una battaglia sulla famiglia condotta dalla sinistra. Non ve ne sono. Quella parte ha alzato solo la voce su famiglie omosessuali e unioni civili. L’amore neutro, a mio parere e non sono una compagna, non richiede l’eterosessualità. Stiamo parlando, comunque, di questioni che non incidono sulla natalità. Due donne e due uomini è difficile che riescano a fare figli, se non con l’utero in affitto, che in Italia è vietato.
La Schlein si dichiara favorevole alla maternità surrogata…
Se parliamo di denatalità, dove li troviamo tutti questi bambini da adottare. Sono idealmente contro l’utero in affitto, che però non significa fare una cavia da laboratorio. È fatto da una mamma che mette a disposizione il proprio corpo. Le prostitute lo fanno tutti i giorni e non commettono reato, al contrario di chi invece favorisce il fenomeno. Il controsenso è che abbiamo una legge che consente di partorire in ospedale e lasciare un figlio allo Stato, senza averne certezze sul futuro. Perché, quindi, è sbagliato fare un bambino e darlo a una persona ricca che lo mantiene?
Qualche famiglia normale, intanto, oggi si pente di aver procreato. Basta vedere le battaglie sull’università.
Dovrebbe esserci una tassazione appropriata per famiglie e prime case, mentre azzerarla su asili nido e università. Così si passa dalle parole ai fatti.
Come vede, intanto, la protesta dei fuorisede che dormono in tenda davanti agli atenei?
È il solito carosello imbarazzante della sinistra per riempire i social e i media. Tutti vogliono andare a Milano o Roma, pur sapendo che i fitti sono più alti, come la vita. Nessuno regala le case. Ecco perché servirebbe esortare gli studenti a continuare il proprio percorso formativo in città meno care, ma allo stesso tempo eccellenze dal punto di vista della formazione. Mi riferisco a Parma, Padova, Camerino o Trieste, dove ci sono atenei di grande pregio, forse migliori di quelli del capoluogo lombardo. Qui si può andare avanti senza spendere troppo.
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