Politica

“Riforme, no all’Aventino. Giusto il dialogo con Meloni. Schlein chiude? Sbaglia”

di Edoardo Sirignano -

ETTORE ROSATO POLITICO ITALIA VIVA


“Sbagliato ritirarsi sull’Aventino ancor prima che la maggioranza dica cosa pensa. L’isolamento della segretaria del Pd è frutto della necessità di continuare lo scontro tra il rosso e il nero. Questo argomento, però, non interessa ai moderati dem, che prima o poi andranno via”. A dirlo è Ettore Rosato, coordinatore di Italia Viva.

 

Tanti i cittadini che dicono che sulle riforme non possono esserci tentennamenti. È d’accordo?
Sulle riforme costituzionali è sbagliato essere sbrigativi. Bisogna avere la pazienza di sedersi a un tavolo, coinvolgere e soprattutto capire quale è l’idea della maggioranza. Per il momento l’esecutivo Meloni ha ascoltato le nostre proposte, ma da parte sua ancora non ha detto nulla. Aspettiamo, quindi, di capire cosa ha intenzione di cambiare e poi valuteremo il da farsi.

 

Su cosa sarà possibile trovare la convergenza?
Sul rafforzamento del potere del governo, anche attraverso una chiara indicazione del presidente del Consiglio incaricato e soprattutto sul superamento del bicameralismo.

Siete d’accordo sull’elezione diretta del premier?
Assolutamente! Non siamo d’accordo, invece, sul Presidente della Repubblica scelto dai cittadini.

È disponibile a mettere in discussione anche quel sistema elettorale che oggi porta il suo cognome?
Va cambiato e rifatto alla luce del nuovo sistema istituzionale. Non ci sono dubbi.

 

Un semipresidenzialismo, simile a quello transalpino, potrebbe essere esportato in Italia?
Stiamo parlando di modello istituzionale alla francese, quindi con l’elezione del Presidente della Repubblica. Italia Viva non vuole che la gente voti il Capo dello Stato.

Cosa ne pensa della chiusura della Schlein sulle riforme?
È un gravissimo errore. Sulle riforme tutti devono parlare e con intelligenza. Dopodiché si prova a far valere le proprie ragioni. È sbagliato ritirarsi sull’Aventino ancor prima che la maggioranza dica cosa pensa.

Il costituzionalista Ainis, in un’intervista rilasciata su queste colonne, sostiene che non serve l’ennesima bicamerale, ma una commissione di tecnici eletta da uomini e donne?
No! Deve essere la politica a prendersi le proprie responsabilità e individuare le forme istituzionali del Paese, non dei tecnici. Altrimenti la sfiducia della gente verso la classe dirigente crescerebbe a dismisura. Se giochi a calcio occorre un calciatore non un nuotatore, così come se fai una legge costituzionale ci vogliono dei parlamentari e non certamente dei docenti universitari, che hanno altri ruoli. Questi ultimi sono indispensabili in una fase di consultazione e di collaborazione. Non si possono demandare loro, però, altri compiti che, senza se e senza ma, appartengono a chi ha il compito di rappresentare i cittadini.

L’atteggiamento di chiusura della Schlein potrebbe essere un’opportunità per il vostro progetto di centro?
Mi sembra abbastanza naturale che l’isolamento della segretaria del Partito Democratico sia frutto della necessità di continuare lo scontro tra il rosso e il nero. Non è una cosa che mi riguarda, né mi interessa o affascina.

Potrebbe essere anche la causa di nuovi abbandoni?
Vedremo cosa succederà. Restiamo in attesa di capire. Non mi sorprende, comunque, la fuoriuscita di Carlo Cottarelli. Mi sembra che l’elettorato moderato non sia affatto interessato a un duello istituzionale. I problemi sono altri. Ecco perché sono ottimista per quanto riguarda il nostro progetto.

La federazione è ancora possibile?
Il rapporto tra Azione e Italia Viva, purtroppo, è difficilmente recuperabile. Io non l’avrei mai rotto. Detto ciò, esistono tante forze, che intendono ricollocarsi. Il tema delle aggregazioni, in vista delle prossime europee, è apertissimo.

In Europa, intanto, diversi parlamentari votano contro la linea del Nazareno?
Questo è un fenomeno che si verificherà sempre più spesso. Stiamo parlando di un qualcosa, che a quelle latitudini, è quasi all’ordine del giorno.


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