È tutto un coro: “God save The King”
LONDRA – “God save the king”. È la frase più diffusa in una Londra che presenta il look migliore per re Carlo. Nonostante l’amore per questo sovrano è sempre stato a fasi alterne, come ci riferisce un anziano alla stazione di Liverpool, la monarchia, a queste latitudini, è qualcosa di realmente sentito, più di un semplice rito pagano. Tante le persone non solo vicino alle transenne che collegano Buckingham Palace all’Abbazia di Westminster, dove appunto avvengono le fasi cruciali dell’incoronazione, ma anche incollate ai teleschermi, sparse per tutta la City, per sentirsi protagoniste di un qualcosa che tocca nel cuore ogni inglese o in questo caso suddito (qui non ha un’accezione negativa il termine). Basta guardare le bambine che, sin dalla tenera età, portano elastici e fermagli con la bandiera o gli anziani, che bagnati fradici non indietreggiano di un centimetro davanti alla carrozza che passa. Ogni giornale o marchio regala le proprie “flags”, realizzate per l’occasione, così come vengono date in omaggio finte banconote con la faccia del nuovo sovrano. Qualcuno resta ancora scettico rispetto ai Windsor, ma tutto sommato il clima sembra essere abbastanza disteso. Anche i repubblicani hanno il cosiddetto stile british. Manifestano in ordine sparso, senza provocare alcun disordine. Gli affari dovuti al nazionalismo in un certo senso mettono d’accordo tutti. Dalla bottiglietta minerale al classico fish and chips, i prezzi sono balzati alle stelle. Non si può trascorrere una notte in centro con meno di quattrocento sterline, né mangiare con meno di cento. Gli stessi souvenir diventano oggetto di lusso. Nonostante ciò, nessuno vuole rinunciare a comprare per il proprio caro la speciale tazzina o il gadget dedicato alla sacra famiglia. Basta girare per Picadilly Circus o Trafalgar Square per trovare tavoli apparecchiati con champagne messi da parte solo in omaggio a “The King”. Non ci sono differenze di razza o religione tra i commensali. Gli stessi turisti, d’altronde, sono pienamente coinvolti in un’atmosfera dove nessuno può restare escluso. L’inclusione è elemento essenziale per la buona riuscita della kermesse. I popoli differenti devono fondersi. Le metro e i pullman a due piani, infatti, sono stracolmi di figuranti e volontari, arrivati da ogni angolo dell’isola e disponibili a scattarsi il selfie con il primo italiano o spagnolo che incrociano. Tutto si adatta al tema, finanche quei brand internazionali, che nulla hanno a che vedere con il mondo britannico. Basti pensare a Smeg, il marchio italiano degli elettrodomestici, che realizza un tostapane al di fuori degli standard soliti o Laurtree che produce macaron ad hoc. L’importante è non passare inosservati e trasmettere al meglio quel sentimento di civiltà, ma allo stesso tempo di entusiasmo, che si respira in ogni pub del centro. La festa continuerà fino a lunedì anche per quei non privilegiati che non riusciranno ad assistere al concerto dei big della musica internazionale. Finanche la risaputa antipatia degli inglesi, oggi, è un aspetto secondario. Per una settimana, probabilmente, saranno meno snob del solito, magari aiutati dalla birra dei nobili, la speciale bionda realizzata per l’incoronazione, che insieme al tradizionale arrosto domenicale, sarà indiscussa protagonista e motore di allegria e spensieratezza.
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