Sport

Centravanti di investimento

di Marcel Vulpis -


Fino agli anni ’90 i calciatori, o in generale gli sportivi di buon livello, terminata la carriera, amavano investire il denaro accumulato nell’acquisto di ristoranti o negozi. I più evoluti, al massimo, nel settore immobiliare.
Investimenti tradizionali per godere di un “buen retiro” dopo stagioni in cui erano stati osannati dalle folle e dai tifosi. Il potere della televisione, sotto il profilo della vendita dei diritti, poi, si limitava ad offrire loro qualche presenza in tv (accompagnati il più delle volte da mogli-attrici o dalla starlette di turno). Il salto di qualità è avvenuto, nei primi anni del Terzo Millennio, quando i calciatori hanno deciso di investire in vere e proprie attività imprenditoriali, spesso molto lontane dalle esperienze maturate fino ad allora sul rettangolo di gioco.
Da lì operazioni nel settore dell’abbigliamento, come il lancio del marchio di casualwear (per un pubblico giovane e metropolitano) “Baci & Abbracci” o dell’azienda di arredi di lusso “BFC & Co.”, entrambe nate da una intuizione degli ex calciatori Christian Vieri e Cristian Brocchi.
Sempre Bobo Vieri (fondatore su Twitch del format “BoboTV”), questa volta con Paolo Maldini, bandiera del Milan, lanciò, nel lontano 2003, una nuova collezione ribattezzata “Sweet Years”. Tredici anni più tardi, sempre lo stesso Maldini, è tornato ad occuparsi del brand “SW” come testimonial, in vista del lancio di nuovi capi di abbigliamento e dell’internazionalizzazione del brand soprattutto sul mercato giapponese (nel settembre 2015 è stato inaugurato il primo store monomarca a Yokohama).
Nell’ultimo decennio siamo entrati in una nuova dimensione dove la parola d’ordine è innovazione assieme al concetto più tradizionale della diversificazione degli investimenti.
Accanto alla tradizionale attività di uomini-immagine di marche nazionali o internazionali (Ibrahimovic, assieme a Totti, è testimonial ad esempio di Very Mobile) sono nate vere e proprie attività economiche molto lontane dal dna del calciatore-tipo. L’avvento poi dei social media (soprattutto Facebook e Instagram) ha potenziato la popolarità di molti calciatori-imprenditori, molto scaltri nell’attrarre l’interesse dei tifosi per il loro business individuale. Aumentando così le opportunità di ricavi di stagione in stagione.
“Ibra”, da top player a imprenditore di successo.
L’emblema di questo cambiamento è sicuramente Zlatan Ibrahomivic, stella del calcio svedese e, da alcune stagioni, di nuovo alla “corte” del Milan a stelle e strisce. Il forte attaccante scandinavo (attualmente fermo per curare la lesione al gemello mediale del polpaccio destro) ha scelto di investire parte dei guadagni personali nel business del padel.
Negli ultimi anni ha creato una società, conosciuta come “Unknown”, specializzata nella realizzazione di centri dedicati a questa nuova disciplina (il movimento del padel punta a debuttare alle Olimpiadi estive di Los Angeles 2028).
In Svezia ha già aperto cinque “Padel Zenter” indoor. L’ultimo ad Uppsala (dopo le aperture di Arstad, Bastad, Jonkoping e Skovde). Il bilancio della Unknown è più che positivo: 9 milioni di euro di utili dichiarati nell’ultimo anno. L’esperienza maturata in Svezia servirà soprattutto al lancio di un nuovo Padel Zenter in Italia (precisamente a Segrate), con 13 campi di ultima generazione (di cui 4 all’aperto). Un centro hi-tech per appassionati di padel, che potranno giocare e divertirsi su superfici praticamente identiche a quelle utilizzate nel World Padel Tour, il popolare circuito dove è possibile ammirare i più forti giocatori del ranking internazionale.
Per “Ibra”, quest’anno in campo solo quattro volte (per una serie di malanni fisici), gli investimenti nel padel non sono una semplice distrazione imprenditoriale, ma un vero e proprio business, soprattutto nel proprio Paese d’origine. La Svezia infatti è la nazione europea (solo l’Italia può vantare percentuali di crescita migliori) che sta investendo di più su questa nuova e spettacolare disciplina (il top player svedese punta a diventare l’imprenditore di riferimento proprio nel suo Paese di origine).


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