Alfie, Charlie e l’eutanasia dei piccoli guerrieri: Se il destino di un figlio dipende dal tribunale
di ANNA MARIA FASULO
Il governo olandese ha dato il via libera all’eutanasia sui bambini malati terminali. Le nuove regole si applicheranno a quelli compresi tra una età di 1 e 12 anni che soffrono in modo insopportabile per una malattia mortale, non hanno speranze di miglioramento e per i quali le cure palliative non sono sufficienti ad alleviare le sofferenze. Hanno spiegato che “si tratterà di 5/10 bambini all’anno”. Ma cosa succede ai piccoli di 12 anni? Secondo lo stesso governo rientrerebbero nell’eutanasia generale, quindi come “adulti”. Un governo non può decidere cosa sia meglio fare o come intervenire specie sulla vita di un bambino, purtroppo la sofferenza per i piccoli malati non dovrebbe esistere, ma sembra che in Olanda siano proprio i sanitari a chiedere di intervenire in questo campo; infatti da anni i medici chiedono una regolamentazione che copra i pazienti di età compresa tra uno e 12 anni ed esistono già delle linee guida per i neonati. Il Belgio dal 2014 ha già la legge in vigore, ma specifica che solo in un caso sia stata praticata. Quindi hanno tolto la vita ad un esserino per non farlo soffrire. Non scordiamoci del piccolo inglese Alfie Evans ai cui genitori venne negato il trasferimento nell’ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma. Ci fu anche un appello del Papa, ma per il giudice della Corte suprema Hayden il cervello di Alfie era stato così corroso dal suo disturbo neuro-degenerativo che non era semplicemente possibile una prospettiva di recupero. Il padre di Alfie Evans ha cercato di iniziare un procedimento penale a titolo personale per “cospirazione per omicidio” contro diversi membri dello staff di Alder Hey. Il caso venne preparato da Pavel Stroilov, giurista del Christian Legal Center, ma venne rigettato da un giudice distrettuale. Alfie Evans morì alle ore 2:30 del 28 aprile 2018.
Antonio Isaiah è un bambino nato il 7 agosto 2019 in Inghilterra, è stato trovato nella culla esanime dalla sua mamma di origine sarda, Ylenia. Il suo piccolino era stato rinvenuto senza vita in seguito ad un attacco cardiaco. Grazie alla disponibilità del Bambin Gesù dall’ 11 ottobre2019 il piccino si trova nel centro di rianimazione dell’ospedale romano. Ad Antonio è stata anche praticata una tracheostomia, una manovra per facilitare la respirazione che invece non viene prevista dai protocolli britannici nei casi giudicati senza speranza. Mamma Ylenia, conducente di autobus, ha potuto portare via il suo bambino perché lei è cittadina italiana, di Olbia e il nostro consolato ha subito riconosciuto la cittadinanza a suo figlio. L’aereonautica militare ha poi messo a disposizione un Falcon per il trasporto.
Il 28 luglio 2021 a Londra, moriva Charlie Gard. Affetto da una grave malattia mitocondriale sin dalla nascita, il piccolo “guerriero”, come mamma Connie e papà Chris amavano chiamarlo, spirò nel letto di un ospizio della capitale britannica poco dopo il distacco del respiratore che lo aveva tenuto in vita sino ad allora all’ospedale Great Ormond Street e che, contro la volontà della famiglia, l’Alta Corte britannica aveva ordinato di staccare “nel suo migliore interesse”. Avrebbe dovuto compiere il suo primo compleanno la settimana successiva. Quindi la riflessione nasce spontanea, quanti genitori dovranno subire una sentenza a morte del figlio senza potersi opporre? Il diritto alla famiglia viene calpestato quando l’ultima parola spetta ai dottori e poi al giudice se ne richiedi l’intervento.” Non vorrei mai che il destino di mio figlio dipendesse da un tribunale”.
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