Abusi sessuali, l’anatema del Papa: “Piaga che la Chiesa deve superare”
di FRANCESCA CHAOUQUI
“Oggi nessuno può dire onestamente di non essere toccato dalla realtà degli abusi sessuali nella Chiesa”. Sono parole dure quelle proferite ieri da Papa Francesco rivolgendosi alla Commissione per la tutela dei minori riunita in plenaria dal 3 maggio scorso al Palazzo Maffei Marescotti e che si chiude oggi.
Una premessa importante quella di Francesco che, ancora una volta, non si è nascosto rispetto ad un tema che è diventato sempre più scottante, dentro e fuori le Mura leonine. Bergoglio, se possibile, è stato ancora più schietto quando ha sottolineato che “l’abuso sessuale di minori da parte del clero e la sua cattiva gestione da parte dei leader ecclesiastici sono stati una delle sfide più grandi per la Chiesa del nostro tempo”. L’attenzione del Pontefice per le vittime di abusi sessuali da parte di appartenenti al clero, non è nuova. A luglio dello scorso anno, durante il Viaggio Apostolico in Canada, Papa Francesco si scusò gli indigeni per gli abusi commessi dalla Chiesa. Lo fece a nome di tutta la chiesa cattolica definendo il suo un “viaggio penitenziale”. Lo scandalo riguardava gli abusi commessi nelle 66 scuole gestite dagli ordini religiosi, in cui è stato accertato che i minori subivano violenze corporali e psicologiche. Un fenomeno vastissimo che avrebbe coinvolto oltre 150mila vittime, tra la fine dell’800 e gli anni ’70 del secolo scorso.
Ieri il Santo Padre ha ribadito la necessità di impegnarsi sempre di più e lo ha fatto partendo dall’assunto che “l’abuso sessuale ha portato lacerazioni nel nostro mondo e non solo nella Chiesa. Tante vittime rimangono avvilite per il fatto che un abuso avvenuto molti anni fa crea ancora oggi ostacoli e spaccature nelle loro vite. Le conseguenze degli abusi possono verificarsi tra coniugi, tra genitori e figli, tra fratelli e sorelle, tra amici e colleghi. Le comunità sono sconvolte; la natura insidiosa dell’abuso abbatte e divide le persone, nel loro cuore e tra di loro”.
Quindi l’esortazione “Non scoraggiatevi quando sembra che poco stia cambiando in meglio. Perseverate, andate avanti!”
Ora, pur non volendo ‘piegare’ le parole del Santo Padre ad una tesi, non si puo’ non notare che Francesco abbia parlato al passato. Con le sue parole ha marcato nettamente un prima e un dopo. Non è sfuggito il richiamo ai leader della Chiesa, “che condividono un comune senso di vergogna per l’incapacità di agire”. Non sarà un dito puntato ma poco ci manca. Bergoglio su tema non ha mai fatto sconti a nessuno e le parole di ieri sono apparse come l’ennesimo impegno ad affrontare la questione con rigore. Non a caso a marzo scorso con Lettera Apostolica in forma di “Motu proprio” dal titolo: “Vos estis lux mundi”, il Papa ha dato un ulteriore giro di vite e ha individuato nuove responsabilità anche indirette, in caso di casi di abusi sessuali accertati.
Nel documento il Santo Padre indivuda responsabilità dei vescovi, dei superiori religiosi e dei chierici oltre ai “fedeli laici che sono o sono stati moderatori di associazioni internazionali di fedeli riconosciute o erette dalla Sede Apostolica, per i fatti commessi”. Inoltre il “Motu proprio” si propone di tutelare maggiormente i più fragili. La Lettera Apostolica non parla più di “atti sessuali con un minore o con una persona vulnerabile”, ma di “delitto contro il VI comandamento del decalogo commesso con un minore o con persona che abitualmente ha un uso imperfetto della ragione o con un adulto vulnerabile”.
Non meno importate è la parte in cui il Papa di fatto impone alle diocesi e alle eparchie, la costituzione di uffici preposti a raccogliere le segnalazioni degli abusi.
Un’attenzione profonda del Pontefice alla questione, tanto da non poter escludere la possibilità di nuovi scandali sessuali, ora che il muro si sta sgretolando, soprattutto per merito di Bergoglio e del suo coraggio nel voler rendere sempre più trasparente il suo pontificato.
Una premessa importante quella di Francesco che, ancora una volta, non si è nascosto rispetto ad un tema che è diventato sempre più scottante, dentro e fuori le Mura leonine. Bergoglio, se possibile, è stato ancora più schietto quando ha sottolineato che “l’abuso sessuale di minori da parte del clero e la sua cattiva gestione da parte dei leader ecclesiastici sono stati una delle sfide più grandi per la Chiesa del nostro tempo”. L’attenzione del Pontefice per le vittime di abusi sessuali da parte di appartenenti al clero, non è nuova. A luglio dello scorso anno, durante il Viaggio Apostolico in Canada, Papa Francesco si scusò gli indigeni per gli abusi commessi dalla Chiesa. Lo fece a nome di tutta la chiesa cattolica definendo il suo un “viaggio penitenziale”. Lo scandalo riguardava gli abusi commessi nelle 66 scuole gestite dagli ordini religiosi, in cui è stato accertato che i minori subivano violenze corporali e psicologiche. Un fenomeno vastissimo che avrebbe coinvolto oltre 150mila vittime, tra la fine dell’800 e gli anni ’70 del secolo scorso.
Ieri il Santo Padre ha ribadito la necessità di impegnarsi sempre di più e lo ha fatto partendo dall’assunto che “l’abuso sessuale ha portato lacerazioni nel nostro mondo e non solo nella Chiesa. Tante vittime rimangono avvilite per il fatto che un abuso avvenuto molti anni fa crea ancora oggi ostacoli e spaccature nelle loro vite. Le conseguenze degli abusi possono verificarsi tra coniugi, tra genitori e figli, tra fratelli e sorelle, tra amici e colleghi. Le comunità sono sconvolte; la natura insidiosa dell’abuso abbatte e divide le persone, nel loro cuore e tra di loro”.
Quindi l’esortazione “Non scoraggiatevi quando sembra che poco stia cambiando in meglio. Perseverate, andate avanti!”
Ora, pur non volendo ‘piegare’ le parole del Santo Padre ad una tesi, non si puo’ non notare che Francesco abbia parlato al passato. Con le sue parole ha marcato nettamente un prima e un dopo. Non è sfuggito il richiamo ai leader della Chiesa, “che condividono un comune senso di vergogna per l’incapacità di agire”. Non sarà un dito puntato ma poco ci manca. Bergoglio su tema non ha mai fatto sconti a nessuno e le parole di ieri sono apparse come l’ennesimo impegno ad affrontare la questione con rigore. Non a caso a marzo scorso con Lettera Apostolica in forma di “Motu proprio” dal titolo: “Vos estis lux mundi”, il Papa ha dato un ulteriore giro di vite e ha individuato nuove responsabilità anche indirette, in caso di casi di abusi sessuali accertati.
Nel documento il Santo Padre indivuda responsabilità dei vescovi, dei superiori religiosi e dei chierici oltre ai “fedeli laici che sono o sono stati moderatori di associazioni internazionali di fedeli riconosciute o erette dalla Sede Apostolica, per i fatti commessi”. Inoltre il “Motu proprio” si propone di tutelare maggiormente i più fragili. La Lettera Apostolica non parla più di “atti sessuali con un minore o con una persona vulnerabile”, ma di “delitto contro il VI comandamento del decalogo commesso con un minore o con persona che abitualmente ha un uso imperfetto della ragione o con un adulto vulnerabile”.
Non meno importate è la parte in cui il Papa di fatto impone alle diocesi e alle eparchie, la costituzione di uffici preposti a raccogliere le segnalazioni degli abusi.
Un’attenzione profonda del Pontefice alla questione, tanto da non poter escludere la possibilità di nuovi scandali sessuali, ora che il muro si sta sgretolando, soprattutto per merito di Bergoglio e del suo coraggio nel voler rendere sempre più trasparente il suo pontificato.
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