JJ4, la nuova bocciatura del Tar e l’assurda gestione dei parchi in Trentino
Ennesima bocciatura. I decreti di abbattimento-orsi del presidente Fugatti da parte del Tar di Trento rilevano la carente e inadempiente gestione dei parchi in Trentino. L’orsa JJ4 è salva per la seconda volta grazie all’azione congiunta delle associazioni ambientaliste che festeggiano un’altra vittoria. Sul terreno rimangono aperti interrogativi pesanti a cui la Provincia autonoma e lo Stato non hanno risposto: perché non si è provveduto ad ampliare il Casteller di cui il Tar evidenza nella sentenza la carenza strutturale? Perché non si è voluto dare corso al trasferimento, ritenuto praticabile dai giudici, del plantigrado? Come mai l’amministrazione provinciale non ha vigilato a dovere, come evidenza il Tar, sul controllo e la diffusione degli orsi?
Si tratta di domande che mettono sul tavolo degli imputati non certo gli animali, che si comportano come tali e dunque nessuna colpa può essere loro attribuita, bensì la politica che non è stata in grado di gestire adeguatamente gli animali né le aree dei parchi dove risiedono (le vicende dei radiocollari sono un altro esempio eclatante, prima con la morte, l’anno scorso, dell’ora F43 durante quello che avrebbe dovuto essere un intervento di routine di sostituzione del radiocollare; poi con l’esaurimento del radiocollare dell’orsa JJ4).
Basterebbe paragonare l’ottima gestione dei plantigradi, oltre che la pacifica convivenza fra questi mammiferi e gli uomini, raggiunta nei parchi dell’Abruzzo, a cui Fugatti avrebbe dovuto prendere ispirazione in questi anni.
Il Tar, ribadendo la praticabilità del trasferimento dell’orsa che Fugatti vorrebbe uccidere ad ogni costo (come fatto capire dalle sue dichiarazioni) e non solo lei, ricorda gli altri episodi in cui l’orsa DJ3 e l’orso M57 furono portati nel 2021, la prima, in una riserva tedesca, il secondo in una riserva ungherese. Alla luce di questo dato, risulta quanto mai incomprensibile l’ostinazione degli amministratori per i quali la soluzione consisterebbe esclusivamente nel togliere la vita ad un’orsa che compie ciò che le compete: girare nel parco e proteggere i cuccioli da qualsiasi anche solo potenziale minaccia. Non serve essere etologi, ma aver studiato su un qualsiasi manualetto delle scuole medie inferiori.
Più Fugatti si intestardisce sulla linea oltranzista, più vengono a galla tutte le falle del suo sistema e di chi ha dimostrato di non possedere le capacità di coordinare le attività e di consentire agli animali, fra l’altro rivoluti proprio da Fugatti (forse per alimentare la carta turistica alla Walt Disney o in veste di orso Yoghi e Bubu dei cartoon?), di avere uno spazio adeguato per disperdersi, anziché essere costretti in un habitat ristretto.
La natura, evidentemente più saggia dell’essere umano, aveva deciso di estinguersi: niente più orsi in quel del Trentino. La politica ha deciso di reintrodurli a tutti i costi, forzando l’elemento evoluzionistico. E’ possibile che per gli errori e le incapacità degli amministratori pubblici debbano pagare gli animali che non hanno, fra l’altro, nemmeno chiesto di ritornare a ripopolare la terra trentina.
Intanto, le sigle animaliste alzano in alto i calici: “Fugatti e la sua politica basata sulla legge del taglione e sulla vendetta personale, registra un’altra sconfitta su tutta la linea, ora prenda atto dell’insussistenza delle sue argomentazioni e provveda a trasferire JJ4 anche prima del 25 maggio – data della prossima riunione collegiale del Tar – in un luogo sicuro tra i tanti rifugi disponibili e sicuri”, dichiara la Lav.
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