Cultura & Spettacolo

Janet De Nardis: “Il successo, quel sottile equilibrio tra consapevolezza e incoscienza”

di Nicola Santini -


Ha da poco concluso le riprese del suo primo film da regista, “Good Vibes” e prosegue a gonfie vele la sua carriera di conduttrice televisiva e radiofonica ed è coinvolta in numerose iniziative culturali. Ne ha fatta di strada Janet De Nardis, che vent’anni fa debuttava sul piccolo schermo come annunciatrice di Rai2. Orgogliosa dei molteplici traguardi raggiunti, Janet si racconta a L’Identità.
Janet, di un lavoro così gratificante, cosa ti rende particolarmente orgogliosa
Sono molto orgogliosa di essere riuscita a portare a termine la mia opera prima che è sempre piena di ostacoli e tutti quelli che lavorano nel settore sanno cosa vuol dire. Sono orgogliosa, in questo caso, di come ho diretto la squadra e il cast; della fiducia che sono riuscita a conquistare, ma ancora di più del risultato finale che spero di poter presentare al pubblico molto presto. Sono fiera di tutti gli anni di insegnamento tra università e Accademie che mi hanno fatto conoscere persone meravigliose e alcune studentesse che ancora oggi lavorano con me. Sono orgogliosa del mio percorso da giornalista che è passato attraverso la conduzione del Tg del parlamento europeo su Class News e Class CNBC e che oggi mi porta a dirigere un magazine dedicato alle donne e del mio lavoro di direzione artistica tra festival, brand e la radio ( RID 96.8) di cui sono caporedattore. Sono felice di aver scelto la cultura come mission del mio lavoro.
Quali sono, secondo te, le caratteristiche che ti hanno portata ad essere la professionista che sei oggi?
Prima di tutto la consapevolezza che i risultati si ottengono solo con il duro lavoro e la conoscenza, quindi con tanto studio, ma anche una buona dose di incoscienza che mi ha permesso di vedere sempre il bicchiere mezzo pieno. La verità è che sono caduta tante volte e ho visto chiudersi tante porte, ma ho sempre guardato nella direzione delle porte che potevo aprire e sono stata sempre convinta che qualche graffio non debba preoccuparci. Le ferite si rimarginano e le cicatrici ci ricordano gli errori e le sconfitte per restare umili.
Quando ti senti soddisfatta del tuo lavoro?
Oggi, dico che sono molto felice di tutto quello che faccio perché sono una persona fortunata che alla fine, dopo avere lottato tanto, può fare quello che ama, ma sono consapevole che ci sono ancora tantissime cose che sento la necessità di realizzare e credo anche che vorrei avere un guadagno più proporzionato al lavoro che faccio. Un po’ perché sono donna, un po’ perché sono figlia di quest’epoca, un po’ perché lavoro nel mondo dello spettacolo e della creatività, un po’ perché i liberi professionisti faticano a farsi pagare e devono inseguire i propri creditori ( una combinazione diabolica)… È un’epoca in cui anche quando si lavora bene e tanto, c’è spesso la frustrazione del non vedere riconosciuto adeguatamente il proprio lavoro.
Anche quest’anno sei coinvolta nel Festival Tulipani di Seta Nera. Quale sarà il tuo ruolo?
Anche quest’anno ho avuto l’occasione di poter dirigere artisticamente la sezione dedicata alle Digital serie. Per me è sempre un onore poter lavorare con una grande squadra come quella dei tulipani, al servizio dei giovani, dei creativi e della cultura. Parlare di sociale, ma anche stimolare nel “fare” per chi è più sfortunato, è un impegno che nobilita il nostro lavoro. Le Digital serie, oggi, sono uno strumento importante per portare messaggi profondi ai giovani e non solo. Sono arrivate moltissime opere e scegliere i finalisti non è stato facile, ma credo di essere riuscita a valorizzare i progetti con le maggiori possibilità di arrivare al cuore del pubblico.
Rispetto allo scorso anno, quali sono le differenze che hai notato circa la proposta delle opere?
Una ritrovata apertura verso prospettive di vita migliori, verso la capacità di autodeterminarsi, oltreché la volontà di affrontare le tematiche più disparate. Purtroppo la pandemia aveva vincolato anche l’immaginazione a certi temi, e questo è accaduto in qualsiasi parte del mondo. Oggi finalmente siamo tutti consapevoli che possiamo ancora essere padroni del nostro destino e la creatività è fondamentale per poter trasmettere messaggi importanti.


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