Attualità

LA GHIGLIOTTINA – Così la Ue deciderà pure quali notizie si possono dare

di Frida Gobbi -

Photo of a young man with sellotape covering his mouth


Dalla padella alla brace: quella stessa Unione europea che ci dice di alzare le tasse, che ci dice di inviare armi a Kiev, che ci dice di ratificare il Mes, ora ci dirà anche cosa si potrà dire e cosa no. E come fare informazione. Scattano infatti i primi passaggi applicativi del Dsa, Digital Services Act, vincolante dal 1° gennaio 2024. Il provvedimento prevede il controllo sistematico dei contenuti degli utenti da parte delle grandi piattaforme con “più di 45 milioni di utenti attivi” nella Ue, ossia Google, Apple, Facebook, Amazon, Microsoft, Twitter, TikTok e simili e impone a queste Big Tech un controllo serrato. Tanto serrato che violerà la protezione del diritto fondamentale alla riservatezza delle conversazioni. Ma qual è l’obiettivo di questo giro di vite che sembra colpire i giganti del web e invece è un bavaglio per gli utenti? Il blocco totale di articoli di giornale, post e commenti online considerati “disinformazione”. E qui casca l’asino: la Commissione Ue avrà i pieni poteri di supervisione e di attuazione della censura di tutto quello che riterrà fake news.
Niente enti terzi o indipendenti. La Ue ordina, la piattaforma esegue (pena multe salatissime) e la notizia che non rientra nei parametri Ue viene cancellata.
La mannaia si abbatterà anche sulle pubblicazioni di testate online (che magari fanno controinformazione). Ma chi controlla i controllori?


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