Ita, Usb: vendita Ita suicidio trasporto aereo nazionale
“Il governo Meloni accelera sulla vendita di Ita. Continua il suicidio del trasporto aereo nazionale. L`ultimo Dpcm deliberato dal Governo il 22 dicembre scorso e pubblicato ieri in Gazzetta Ufficiale rilancia la vendita/privatizzazione totale di Ita indicando un percorso di definizione dell`operazione attraverso criteri che sembrano andare decisamene verso Lufthansa, anche se in un possibile raggruppamento questo atto, peraltro atteso, non aggiunge e non toglie nulla al suicidio in atto del mercato nazionale, un`operazione autolesionistica in un Paese a forte trazione commerciale e turistica come l`Italia con il terzo mercato continentale, iniziata alla fine dello scorso millennio e portata avanti da tutti i governi via via succedutisi sotto la ferrea egida della Ue. L`apoteosi è stata raggiunta questa estate di boom del trasporto aereo con meno del 7% del mercato presidiato da Ita e il resto nelle salde mani di low cost e vettori tutte con sede (e profitti) all`estero. La nazionalizzazione di Alitalia è stata una grande opportunità perduta per costruire un vero vettore nazionale, di dimensioni adeguate al mercato italiano, che drenasse una parte del traffico e dei profitti che al momento prendono ineluttabilmente la strada fuori dai nostri confini. Forse Lufthansa potrà portare stabilità e interrompere l`infinità stagione delle perdite nel vettore nazionale, ma non potrà andare oltre il rapporto ancillare con la casa madre e non potrà costruire quel progetto industriale di cui il Paese e i lavoratori e le lavoratrici hanno bisogno. Per questi motivi non possiamo essere d`accordo con la vendita di Ita, anche nell`eventualità, tutta da dimostrare, che venga rattoppata qualche falla. Chiediamo che, per una volta, a chi viene a fare shopping di asset industriali in Italia venga chiesto di assumersi anche gli oneri oltre che gli onori: un piano di sviluppo credibile e non sulla carta, ma anche quelli delle garanzie di recupero occupazionale di cui c`è bisogno”.
Questo il pensiero odierno dell’ Unione Sindacale di base (Usb) che ha in programma una manifestazione nella giornata del 10 Gennaio davanti al ministero del Lavoro.
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