Sbarco continuo
ONG ORGANIZZAZIONE INTERNAZIONALE NON GOVERNATIVA MEDICI SENZA FRONTIERE MSF OPERAZIONE UMANITARIA OPERAZIONI UMANITARIE SALVATAGGIO MIGRANTI IN MARE
L’emergenza senza fine. Su carta, con l’ok del consiglio dei ministri, e nella realtà, con una marea di sbarchi che non accennano a diminuire. Un numero di migranti eccezionale, che continuano ad essere soccorsi dall’Italia nel più totale immobilismo dell’Europa, un carrozzone avvezzo alle promesse ma del tutto incapace di passare ai fatti. Motivo per il quale il governo Meloni è corso ai ripari e ha deciso di dichiarare per i prossimi sei mesi lo stato di emergenza sull’immigrazione clandestina, sostenuto da un primo finanziamento di cinque milioni per gestire i flussi su tutto il territorio nazionale.
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D’altronde in poco più di un trimestre, sulle nostre coste sono arrivati 31.357 disperati, quasi il quadruplo dello stesso periodo del 2022, quando in tutto l’anno sono sbarcate 14.044 persone. Una situazione insostenibile, calcolando che in soli tre giorni sono stati accolti 3mila clandestini, che ancora non è arrivata la bella stagione, quando saranno previste il maggior numero di partenze, e che il nostro Paese non è in grado di gestire numeri così esorbitanti, né finanziariamente né strutturalmente. Solo ieri sono approdati a Catania 700 migranti, soccorsi dalla Guardia costiera a 100 miglia a largo delle coste siciliane, dove era stato segnalato un peschereccio carico di immigrati. I profughi a bordo hanno urlato “grazie Italia” e “bella Italia” mentre si avvicinavano alla riva, scortati dalla nave Peluso. Per l’accoglienza è stato necessario allestire due tensostrutture ad hoc nell’area dell’hub vaccinale di San Giuseppe La Rena, dove i soccorritori hanno accolto i migranti e fornito le prime cure. Nel mentre continuano ancora a morire persone in mare: le autorità tunisine, sempre ieri, hanno recuperato i corpi di dieci migranti al largo delle coste del Paese nordafricano. A Sfax e a Kalaat el Andalous, a nord di Tunisi, sono state invece bloccate due operazioni di immigrazione irregolare e individuate 76 persone, tra cui quattro tunisini e gli altri provenienti dai Paesi dell’Africa sub-sahariana. Segno che i vertici tra il ministro degli Esteri Antonio Tajani, il quale sta anche lavorando per scongiurare il default della Tunisia, cominciano a dare i suoi frutti. Purtroppo, però, non è abbastanza, davanti allo spettro di un’invasione epocale dall’Africa, che potrebbe portare sulle nostre coste oltre 500mila persone, in fuga dalla fame e dalle macerie. Tanto che sulla questione è intervenuto nuovamente il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, durante le celebrazioni per il 171esimo anniversario della fondazione della Polizia di Stato. Piantedosi è partito dal tema della sicurezza per arrivare a quello degli sbarchi, visto il legame innegabile che esiste tra la commissione dei reati e la presenza dei clandestini che vagabondano in tutto il territorio nazionale. “La sicurezza ha innanzitutto cambiato prospettiva, tanto si amplia la domanda di vivere sicuri tanto si fa più complesso il concetto di sicurezza”, ha sottolineato il titolare del Viminale, specificando che “è emersa negli anni una categoria di sicurezza intesa come bene pubblico. Tutto ciò che è sottratto alla sicurezza è sottratto al vivere civile, è un furto di beni immateriali. Se questo è stato il concetto di evoluzione di sicurezza, possiamo affermare che la Polizia di Stato ne incarna tutti i principi e i valori”. Il ministro ha poi spiegato come “viviamo in un’epoca in cui lo scenario mondiale è attraversato da numerose grandi crisi di cui non sembra più possibile indicarne ogni singola causa e di conseguenza una singola soluzione. Non è solo nei grandi sconvolgimenti che emerge il ruolo di salvaguardia della Polizia di Stato: ormai da lungo tempo avete affiancato alle vostre tradizionali funzioni anche inedite forme di fenomeni complessi. Penso, per esempio, alla gestione dell’immigrazione del cui governo”, ha sottolineato, “difficilmente può farsi carico un Paese al di fuori dell’azione congiunta lucida e organizzata a livello europeo”. Ancora una volta una stoccata all’Europa, proprio nel giorno in cui Frontex ha lanciato l’allarme: sono quadruplicati a quasi 28mila (+305 per cento) i rilevamenti di migranti nel Mediterraneo centrale nei primi tre mesi del 2023, rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Nel solo mese di marzo, segnala l’Agenzia europea, il numero è cresciuto di nove volte rispetto allo scorso anno attestandosi a quota 13mila. In generale Frontex ha rilevato alle frontiere dell’Ue 54mila attraversamenti irregolari, il 26 per cento rispetto allo stesso periodo del 2022, con 22.500 arrivi irregolari registrati solo a marzo, il 60 per cento in più.
D’altronde in poco più di un trimestre, sulle nostre coste sono arrivati 31.357 disperati, quasi il quadruplo dello stesso periodo del 2022, quando in tutto l’anno sono sbarcate 14.044 persone. Una situazione insostenibile, calcolando che in soli tre giorni sono stati accolti 3mila clandestini, che ancora non è arrivata la bella stagione, quando saranno previste il maggior numero di partenze, e che il nostro Paese non è in grado di gestire numeri così esorbitanti, né finanziariamente né strutturalmente. Solo ieri sono approdati a Catania 700 migranti, soccorsi dalla Guardia costiera a 100 miglia a largo delle coste siciliane, dove era stato segnalato un peschereccio carico di immigrati. I profughi a bordo hanno urlato “grazie Italia” e “bella Italia” mentre si avvicinavano alla riva, scortati dalla nave Peluso. Per l’accoglienza è stato necessario allestire due tensostrutture ad hoc nell’area dell’hub vaccinale di San Giuseppe La Rena, dove i soccorritori hanno accolto i migranti e fornito le prime cure. Nel mentre continuano ancora a morire persone in mare: le autorità tunisine, sempre ieri, hanno recuperato i corpi di dieci migranti al largo delle coste del Paese nordafricano. A Sfax e a Kalaat el Andalous, a nord di Tunisi, sono state invece bloccate due operazioni di immigrazione irregolare e individuate 76 persone, tra cui quattro tunisini e gli altri provenienti dai Paesi dell’Africa sub-sahariana. Segno che i vertici tra il ministro degli Esteri Antonio Tajani, il quale sta anche lavorando per scongiurare il default della Tunisia, cominciano a dare i suoi frutti. Purtroppo, però, non è abbastanza, davanti allo spettro di un’invasione epocale dall’Africa, che potrebbe portare sulle nostre coste oltre 500mila persone, in fuga dalla fame e dalle macerie. Tanto che sulla questione è intervenuto nuovamente il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, durante le celebrazioni per il 171esimo anniversario della fondazione della Polizia di Stato. Piantedosi è partito dal tema della sicurezza per arrivare a quello degli sbarchi, visto il legame innegabile che esiste tra la commissione dei reati e la presenza dei clandestini che vagabondano in tutto il territorio nazionale. “La sicurezza ha innanzitutto cambiato prospettiva, tanto si amplia la domanda di vivere sicuri tanto si fa più complesso il concetto di sicurezza”, ha sottolineato il titolare del Viminale, specificando che “è emersa negli anni una categoria di sicurezza intesa come bene pubblico. Tutto ciò che è sottratto alla sicurezza è sottratto al vivere civile, è un furto di beni immateriali. Se questo è stato il concetto di evoluzione di sicurezza, possiamo affermare che la Polizia di Stato ne incarna tutti i principi e i valori”. Il ministro ha poi spiegato come “viviamo in un’epoca in cui lo scenario mondiale è attraversato da numerose grandi crisi di cui non sembra più possibile indicarne ogni singola causa e di conseguenza una singola soluzione. Non è solo nei grandi sconvolgimenti che emerge il ruolo di salvaguardia della Polizia di Stato: ormai da lungo tempo avete affiancato alle vostre tradizionali funzioni anche inedite forme di fenomeni complessi. Penso, per esempio, alla gestione dell’immigrazione del cui governo”, ha sottolineato, “difficilmente può farsi carico un Paese al di fuori dell’azione congiunta lucida e organizzata a livello europeo”. Ancora una volta una stoccata all’Europa, proprio nel giorno in cui Frontex ha lanciato l’allarme: sono quadruplicati a quasi 28mila (+305 per cento) i rilevamenti di migranti nel Mediterraneo centrale nei primi tre mesi del 2023, rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Nel solo mese di marzo, segnala l’Agenzia europea, il numero è cresciuto di nove volte rispetto allo scorso anno attestandosi a quota 13mila. In generale Frontex ha rilevato alle frontiere dell’Ue 54mila attraversamenti irregolari, il 26 per cento rispetto allo stesso periodo del 2022, con 22.500 arrivi irregolari registrati solo a marzo, il 60 per cento in più.
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