Politica

Sudoku Schlein

di Edoardo Sirignano -

DEBORA SERRACCHIANI POLITICO


Il cerchio magico di Elly sta per chiudersi. L’accordo con Bonaccini è stato trovato. Il nuovo direttivo dovrebbe essere ufficializzato in serata. All’avversario delle ultime primarie, dovrebbero essere date una serie di caselle chiave. Altro che nuova dittatura. La paladina del mondo Lgbt sembra inchinarsi, sin da subito, ai giochi di palazzo del mondo rosso.

La trattativa notturna di Boccia

L’intesa sarebbe stata trovata nella lunga nottata di mercoledì, quando il sempre presente Boccia avrebbe trovato la quadra per non tenere fuori alcuna mozione. A parte il lavoro certosino del capogruppo a Palazzo Madama, mettere insieme tutto e il contrario può essere pericoloso per chi vuole tenersi stretto il titolo di “novità”. Il popolo del cambiamento non farà certamente salti di gioia nel vedere avanti sempre i soliti noti, ovvero gli artefici della sconfitta delle politiche e del capitombolo delle ultime regionali.

Le solite Debora e Pina

Secondo voci di corridoio, si sta pensando di recuperare addirittura la solita Debora Serracchiani, che dovrebbe ricevere il delicatissimo compito di responsabile Giustizia. La frangetta più conosciuta di Montecitorio, uscita sconfitta alle ultime regionali in Friuli, d’altronde, non può restare disoccupata. A sponsorizzarla lo stesso governatore dell’Emilia, nonché la neonata corrente ulivista su cui si sono ritrovati, nelle ultime ore, i sodali di Letta. Tale mozione avrebbe chiesto anche la promozione per la sempre presente Pina Picierno. Non si conosce ancora la casella, ma dovrebbe essere dentro ai giochi che contano. All’economia, poi, dovrebbe essere confermato l’onnipresente Antonio Misiani, che dopo aver ricevuto la patata bollente del commissariamento napoletano, potrebbe ricevere il contentino di un incarico romano.

I fedelissimi del viceré di Modena

 

Tra i fedelissimi del viceré di Modena, come annunciato da giorni, un ruolo dovrebbero averlo sia Davide Baruffi, centrale nelle trattative con la sinistra del partito, in pole per gli Enti Locali e Alessandro Alfieri, sponsorizzato per le Riforme, che sarebbe il jolly per tenere dentro quel che resta di Base Riformista. Molti di questo mondo, infatti, già sono altrove. Le parole, su queste colonne, di Andrea Marcucci valgono più di milleò parole, così come le esternazioni dell’ex ministro Lorenzo Guerini e dell’ex capogruppo al Senato Simona Malpezzi. Ecco perché l’equilibrio trovato da Elly potrebbe essere, sin da subito, abbastanza precario.

Il Nazareno senza vice

 

Un cambio di passo, intanto, è la scelta di togliere i vice. L’uscente Giuseppe Provenzano, questa volta, dovrà accontentarsi della delega agli Esteri, che certamente non può essere ceduta a un non fedelissimo. Scende nelle gerarchie pure Marco Furfaro. Il delfino di Elly dovrà accontentarsi di un semplice posto in segreteria. Nell’esecutivo del Nazareno una poltrona sarebbe stata garantita pure a Gaspare Righi, ai deputati Marco Sarracino, all’ex sindaco di Crema Stefania Bonaldi, alla consigliera del Lazio Marta Bonafoni, sponsorizzata da Nicola Zingaretti. Per quanto riguarda i giovani dem, la prescelta dovrebbe Caterina Cerroni, mentre per le donne dovrebbe spuntarla Cecilia D’Elia. Si vocifera anche di un incarico per il giornalista campano Sandro Ruotolo, probabilmente il Mezzogiorno. L’intellettuale Maurizio De Giovanni, intervistato a “Un Giorno da Pecora”, fino a ieri in prima fila per la cultura, dice non di “non saperne nulla. Non posso né confermare, né smentire una cosa che non so. Se mi chiamassero direi grazie, che sono onoratissimo, felicissimo e che valuterei la natura dell’impegno”.

Gli esclusi e l’ira dello sceriffo

Chi, invece, si tira indietro è Rossella Muroni, ex segretaria di Legambiente: “Ho provato a dire a giornalisti e curiosi la verità – dichiara in un post Facebook – ma non serve. Io non sarò nella prossima segreteria del Pd. Elly, alla quale sono molto legata (anche quando non vinceva) lo sa da tempo ed il tutto è pacifico. Ho fatto negli ultimi mesi le mie scelte professionali e di vita ed il mio impegno continua in altre forme, sempre con la stessa passione. Ovviamente continuo a pensare che fare un mega inceneritore a Roma sia una minchiata pazzesca, ma non è questo che mi terrà lontana dalla segreteria. Il fatto che non si riesca a crederlo la dice lunga sulla situazione di degrado del dibattito (pettegolezzo) politico”. Non sarà della squadra, infine, il rampollo di casa De Luca. L’ira del padre, d’altronde, ha una ragione. Una cosa è certa, la strada per il nuovo vertice non sarà in discesa. Il problema del terzo mandato dei governatori, sollevato ad arte dello sceriffo di Salerno e le spaccature nel Lazio non consentono di dormire sogni tranquilli.

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