Ambiente

COMMISSARIO SICCITÀ

di Angelo Vitale -


Sulla siccità e l’emergenza idrica che flagella da mesi tutto il Paese, da Nord a Sud, Il Governo preme sull’acceleratore, per recuperare il tempo perduto. Poche battute dal vicepremier Matteo Salvini che, con il suo ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, sembra essersi intestato gran parte delle questioni che attraversano il problema, sapendo bene che, da qui all’estate, potrebbe trasformarsi in una patata bollente: “Come ministero stiamo correndo come matti per chiudere tutti i lavori che abbiamo trovato sospesi su dighe e invasi. Stiamo investendo un milione di euro per ridurre la dispersione dalle tubature, dalle fognature, spero che pioverà tanto in questa primavera”. Una speranza “meteo” che non è sufficiente, ma serve a suggellare le dichiarazioni precedenti al Consiglio dei ministri che esamina la bozza del decreto legge ormai denominato Siccità e che dovrà puntare a dare la quadra all’emergenza.
Due settimane fa, sempre da Salvini, il più recente aggiornamento sui “lavori in corso” al Mit. Poche righe anche stavolta, ma indicative e significative per i problemi cui il Governo vuole mettere rapidamente mano, con misure “per consentire l’immediata apertura di cantieri, per le assunzioni di personale dedicato, pulizia dei bacini e un efficace riutilizzo delle acque depurate”. Il primo sintetico foglio di un’agenda che, con il miliardo da aggiungere ai 2 del Pnrr -ma i miliardi disponibili sarebbero in totale poco meno di 8, pronti ma finora frenati dalle maglie sempre serratissime della burocrazia -, serve a intervenire su quanto finora si è fermato, contribuendo a presentare l’Italia come un Paese colabrodo, caratterizzato da una dispersione idrica del 42%, soltanto una delle tante questioni sul tavolo della Cabina di regia.
La cabina di regia avrà un ruolo non facile. Perché la questione è molto più complessa di quanto appaia. E, soprattutto, è foriera di tanti rischi, non solo per l’economia ma anche per la vita di ogni giorno dei cittadini. Ma Un nemico sottile di ogni possibile soluzione, poi, è quello che traspariva già da dichiarazioni del ministro dell’Agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, Francesco Lollobrigida : “Sono emerse una serie di problematiche e di criticità che devono essere affrontate con una semplificazione normativa sul breve periodo e anche con la capacità di riuscire a ordinare i tanti soggetti che si occupano e che devono spiegare quali sono state le problematiche che hanno impedito a volte di portare a compimento i loro compiti specifici”. il Governo Meloni, insomma, sta “scoprendo” l’assenza della semplificazione della burocrazia in Italia, la sovrapposizione di competenze, il groviglio finora inestricabile delle più diverse realtà amministrative competenti sull’acqua. La burocrazia ha un peso che rischia di diventare insostenibile
Alla fine, preannunciato da alcune anticipazioni in buona sostanza imbarazzanti, data la gravità dell’emergenza in corso – un aumento delle sanzioni per le estrazioni illecite di acqua, la sospensione dei mutui per le piccole derivazioni idroelettriche in affanno per la carenza idrica, la composizione della taskforce di 30 addetti della Pa ed esperti che affiancherà il Commissario -, dalla richiesta dell’ex ministro Pd Andrea Orlando per una indagine conoscitiva delle Camere sulla “perdita d’acqua in Italia” (sic) e dalle polemiche di Angelo Bonelli (Verdi e Sinistra) sul piano “Speriamo che piova” che ignorerà ogni necessità di lotta concreta al climate change, arriva l’ok a un Decreto….

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