Ambiente

Italia a idrogeno ci pensa l’Europa con 450 milioni

di Angelo Vitale -


Idrogeno, l’Europa accelera e dà il via libera all’Italia per un piano di interventi finora avvolti, nel nostro Paese, da una parziale incertezza riguardo alle reali intenzioni del Governo Meloni su questo rilevante segmento delle rinnovabili. La Commissione europea ha approvato un regime italiano da 450 milioni indirizzati a sostenere la produzione di idrogeno rinnovabile per promuovere la transizione verso un’economia a zero emissioni nette, in linea con il piano industriale del Green Deal. La misura è stata definita nell’ambito del quadro temporaneo di crisi e transizione per gli aiuti di Stato già adottato il 9 marzo scorso per favorire settori strategici per la transizione verde e per la riduzione della dipendenza dai combustibili, intervenendo in un ambito ove si era già operato e assicurato aggiornamenti da marzo dell’anno scorso per sostenere l’economia degli Stati membri sullo sfondo dell’attuale crisi geopolitica. In particolare, saranno sostenuti gli investimenti nella produzione integrata di idrogeno rinnovabile e di energia elettrica rinnovabile in aree industriali dismesse, con aiuti pubblici erogati con sovvenzioni dirette a copertura dei costi d’investimento, con un importo massimo fino a 20 milioni. Uno schema che, ha commentato Margrethe Vestager, vicepresidente esecutiva responsabile della politica di concorrenza “consentirà all’Italia di accelerare in linea con la strategia dell’Ue sull’idrogeno, aiutandola a ridurre la sua dipendenza dai combustibili fossili importati, in linea con il piano REPowerEu”.
Un annuncio che ha trovato l’immediato commento di Erica Mazzetti, deputata di Forza Italia nella Commissione Ambiente: “Siamo soddisfatti innanzitutto dell’accettazione da parte della Ue, segno che al netto di tante parole lavoriamo bene con i partner europei. Dobbiamo sostenere tutti i progetti e tutte le possibili risorse per contribuire all’autosufficienza energetica del Paese. L’approvazione di questo regime di aiuti offre un vantaggio in più, perché permette anche di riqualificare le ex aree industriali”. “Sarà mia premura – ha aggiunto – seguire i progetti e dove e quando possibile essere presente ad incontri sui territori ove verranno realizzati gli investimenti”. Un okay pieno che tacita le preoccupazioni fin qui sollevate, da qualche parte, circa un ondivago interesse per l’idrogeno da parte del Governo. Che però, almeno con il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica Gilberto Pichetto Fratin, ha sempre assicurato attenzione al tema, come quando, in occasione del via libera dell’Ue all’Hydrogen Valley a cavallo tra Friuli Venezia Giulia, Slovenia e Croazia, ribadì “le risorse di oltre 3,6 miliardi nel Pnrr dedicati agli investimenti e a una leadership internazionale nella ricerca e sviluppo di questo vettore”.
Intanto, proprio riguardo alle aree dismesse ove operare per l’idrogeno, è di pochi giorni fa la notizia di 4 miliardi di fondi del Pnrr che Enel si è aggiudicata presentando progetti nella missione relativa alla “Rivoluzione verde e transizione ecologica”, con gare vinte per circa 38 milioni in Puglia, Calabria e Liguria che sono relative a progetti sulla produzione di idrogeno verde. Nel dettaglio, le iniziative consentiranno di valorizzare aree in cui attualmente sorgono ancora centrali termoelettriche in dismissione. Quella di Rossano Calabro, la Federico II di Brindisi e la Eugenio Montale di La Spezia. Un triangolo tra le tre regioni nel quale, sull’idrogeno, si comincerà a fare sul serio.

Torna alle notizie in home