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di Rita Cavallaro -


Il bacio tra Fedez e Rosa Chemical? nessun reato, serve la querela temeraria

Di fronte al bigottismo dilagante non sarebbe male se le nuove misure del governo sulle querele temerarie contro i giornalisti fossero ampliate a tutti i campi della giurisprudenza. Perché non è più sopportabile che la demagogia e la strumentalizzazione politica ricada sempre sulle tasche degli italiani, così tanto indebitati da infischiarsene altamente dei baci gay in tv. Neanche fosse una novità la lingua in bocca tra Fedez e Rosa Chemical a Sanremo. Roba vista e stravista. Perfino l’amplesso mimato in platea, che per qualche Pro Vita duro e puro avrebbe urtato la sensibilità dei bambini, in realtà non ha scioccato proprio nessuno, se non chi quel gesto ha voluto cavalcarlo per questioni ideologiche. Tanto da presentare esposti alla magistratura, affinché i cantanti responsabili di tale oscenità fossero messi alla gogna in un processo, puniti per il reato di atti osceni in luogo pubblico frequentato dai minori, che prevede una pena da 4 mesi a 4 anni di galera. Invece nulla di tutto ciò. Perché il sostituto procuratore di Imperia, Barbara Bresci, ha chiesto l’archiviazione, non ravvisando in quelle performance atti “idonei a offendere il senso comune del pudore in ambito sessuale”, che avevano invece “finalità di puro spettacolo”. Senza contare che il bacio era “abbondantemente al di fuori della fascia oraria protetta”, dalle 16 alle 19, e che “il registro creativo e la tonalità emotiva” del contesto in cui si è svolto fossero “idonei a stemperarne le criticità”, impedendo “contorni morbosi o scivoli in una volgarità fine a sé stessa”. Non solo: “Piuttosto deve essere ricondotta nel diritto di espressione artistica quale corollario della libertà di manifestazione del pensiero”. E neppure così originale, abituati come siamo alle decine di baci in bocca andati in onda sui palchi della Rai: Fiorello con Fabrizio Del Noce, Fiorello con Amadeus, Fiorello con Tiziano Ferro e chi più ne ha più ne metta. Il twerking? Già visto, addirittura in tempi in cui era impensabile una roba del genere. Gli avvocati di Fedez hanno portato al giudice una puntata di Fantastico 10 della Rai del 1989, in cui Renato Zero lo aveva fatto su un telespettatore, senza alcuna conseguenza per il cantante. Il gip di Imperia Massimiliano Botti ha così prosciolto gli indagati. Insomma, una questione di buongusto, non certamente un reato. E chi si sente leso dalla libertà del pensiero altrui è altrettanto libero di usare l’arma che ha in mano, il telecomando, lasciando le carte bollate chiuse nel cassetto.

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