Salvini: “Migranti? Ue non pervenuta” Tajani: “Serve un’Europa più equilibrata”
ROBERTO GUALTIERI SINDACO MINA MARTINELLI SORELLA DI PALMINA MARTINELLI
La Tunisia sta diventando il frutto avvelenato dell’Unione Europea. Perché mentre l’Italia sta lavorando, anche con una serie di incontri bilaterali, per individuare il miglior intervento comune e in tempi rapidi al fine di scongiurare il fallimento socio-economico del paese del Nord Africa, da Bruxelles non si muove una foglia. Anzi, ormai non si odono più nemmeno parole, che fino a qualche giorno fa, seppur fini a se stesse, almeno una parvenza di politica comune l’avevano. L’Ue si è trincerata in un incredibile silenzio dopo la mossa del ministro degli Esteri Antonio Tajani, il quale, determinato a trovare a tutti i costi una soluzione per la questione Tunisia, ha autonomamente chiamato il segretario di stato americano, Antony Blinken. E quando quest’ultimo, in un tweet, si è detto “lieto” dell’azione comune tra Italia e Usa per lavorare allo sblocco di quel 1,9 miliardi di aiuti per Tunisi, congelati dall’Fmi e dalla Banca mondiale, ecco che qualcuno in Europa deve essere stato colto da gelosia. Anche perché gli Stati Uniti, fino a pochi giorni fa, era il Paese che rappresentava il maggiore scoglio alla risoluzione della crisi tunisina, visto che Washington poneva il veto all’elargizione di ulteriori fondi, senza alcuna garanzia, a una nazione che non è stata in grado di avviare le riforme richieste né si è impegnata al rispetto dei diritti umani considerati fondamentali dalle civiltà occidentali. E Tajani, principale rappresentante del partito di Silvio Berlusconi che con gli Usa ha sempre vantato un’amicizia duratura basata sulla più totale aderenza al patto atlantico, ha fatto breccia su Blinken, convincendolo con una alternativa rassicurante. Il titolare della Farnesina, risoluto in quella che per lui è diventata una missione per salvaguardare l’Italia, ha infatti elaborato un piano che prevede di dare i soldi a Tunisi in varie tranche, vincolate al rispetto degli accordi di ricostruzione, in modo da tamponare immediatamente una crisi profonda che ha messo la Tunisia sull’orlo del fallimento e, al tempo stesso, rassicurare le istituzioni che la finanzieranno. Ma per Tajani è fondamentale agire subito, perché l’imminente default avrebbe conseguenze globali, con la destabilizzazione non solo dell’Africa, ma anche del mondo occidentale, minacciato dagli effetti di una crisi sociale che si tramuterebbe in un’invasione epocale di migranti sulle coste italiane e, di conseguenza, in tutta Europa. “In Tunisia c’è una crisi finanziaria tremenda, è un Paese sull’orlo del collasso economico. Ecco perché come Italia stiamo facendo di tutto per impedire questa crisi che provocherebbe un disastro e porterebbe instabilità in tutto il Nord Africa, anche per i flussi migratori. Dobbiamo lavorare perché non ci sia un peggioramento della situazione e agire in tempi rapidi”, ha detto Tajani, ospite di Stasera Italia, su Rete4. Il titolare della Farnesina ha fatto capire, tra le righe, che il nostro Paese, come al solito, è stato lasciato solo dall’Europa, visto che è l’Italia e non l’Ue che “sta spingendo l’Fmi a dare almeno la prima tranche di 300 milioni di dollari” dei fondi complessivi previsti. Una boccata d’aria che eviterebbe il collasso a breve termine e allungherebbe i tempi per ulteriori azioni e considerazioni. Tajani, che resta un europeista convinto, ha accennato alla telefonata con Blinken “per condividere una strategia che permetta a Banca mondiale e Fmi di agire, mentre con l’Europa l’Italia sta già facendo la sua parte”. Insomma, parole distensive, nonostante i continui appelli per la Tunisia, rimasti inascoltati da Bruxelles. Sulla questione migranti, ha spiegato che “stiamo lavorando per ridurre i flussi migratori irregolari attraverso accordi” e “anche puntando i piedi in Europa per chiedere più collaborazione, mentre vogliamo accogliere più migranti regolari, ossia persone che vengano a lavorare nel nostro Paese. Ecco perché c’è un decreto flussi con una prospettiva triennale”. Anche il leader della Lega è intervenuto in radio sulla latitanza dell’Unione Europea: “Se l’Europa c’è, questo il momento di dare un segnale. Conto che capiscano che Lampedusa, Ventimiglia e Trieste sono frontiere non solo italiane ma europee. Per ora l’Europa non è pervenuta. I numeri si stanno moltiplicando. Adesso serve un intervento di protezione dei confini, ma se l’Ue si opera di frigoriferi green e case green”, ha detto con amara ironia. Gli sbarchi, infatti, non accennano ad arrestarsi. Nemmeno il tempo di completare i trasferimenti in altre città dei migranti che da giorni affollavano l’hotspot di Lampedusa ormai al collasso, che ieri nella cittadina siciliana è approdato un nuovo barcone, dopo quattro giorni di stop degli arrivi a causa del mare mosso nello stretto di Sicilia. Nella struttura d’accoglienza ci sono presenti 421 ospiti. Un numero destinato a moltiplicarsi nelle prossime ore, perché, con il mare calmo, i viaggi della speranza non si fermano.
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