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L’INGRANDIMENTO

di Rita Cavallaro -

ANTONY TONY BLINKEN, ANTONIO TAJANI


Tajani snobba l’UE e chiama Blinken per scongiurare il default di Tunisi

 

Se una cosa vuoi che sia fatta bene, fattela da solo. E Antonio Tajani, che non è certo un ministro chiacchiere e distintivo, dopo aver “chiacchierato” e lanciato appelli (inascoltati) all’Europa per sostenere la causa della Tunisia a rischio default, ha deciso di superare l’immobilismo di Bruxelles e alzare il telefono. Il ministro sa bene che la svolta per sbloccare quei due miliardi per Tunisi, congelati dal Fmi e dalla Banca mondiale, può venire solo dagli Stati Uniti, che hanno messo il veto sul destino della Tunisia. E allora ha chiamato il segretario di stato americano Antony Blinken, forte dei rapporti che Forza Italia vanta da decenni con gli Usa, dove Silvio Berlusconi, da presidente del Consiglio, nel 2006 venne acclamato al Congresso per un lungo discorso oggi ancora più attuale di allora. “L’Occidente è e deve restare uno solo: non ci possono essere due Occidenti. L’Europa ha bisogno dell’America e l’America ha bisogno dell’Europa. Questo è vero sul piano politico, sul piano economico e sul piano militare. È quindi assolutamente necessario, anzi è fondamentale sostenere e rinvigorire l’Alleanza Atlantica, l’alleanza che per più di mezzo secolo ci ha garantito la pace nella libertà”, aveva detto il Cav. Tajani, che da europeista e atlantista convinto di quel discorso ne ha fatto la stella polare, ieri ha ricordato a Blinken i fasti di un’amicizia e di una collaborazione imprescindibile tra Roma e Washington che, ora, può fare la differenza a livello mondiale. Perché se la Tunisia colasse a picco, gli effetti devastanti ricadrebbero nell’immediato sì sull’Italia, che verrebbe investita da un’invasione di migranti dal nord Africa, ma quelli a lungo termine sarebbero peggiori, con la destabilizzazione politica, economica e sociale di tutta l’Europa, le cui conseguenze si rifletterebbero sul piano globale, dunque anche sull’economia statunitense. Ferme restando le ragioni degli Usa, stanchi di alimentare primavere arabe finite in regimi talebani o dittature violente, chi governa il mondo non può rimanere a guardare ipotizzando che il rimedio sia peggio del male. Il ministro un rimedio per arginare il male lo ha individuato: diamo a Tunisi aiuti a tranche, man mano che rispetta gli accordi sulle riforme, ma aiutiamoli adesso. E Blinken pare convinto a intraprendere l’azione comune con l’Italia. Tanto da esternarlo in un tweet. Che dire, il vecchio adagio della Sip funziona ancora: una telefonata allunga la vita. Quantomeno se a farla è il forzista Tajani.

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