Economia

ITALIA IN PANNE

di Giovanni Vasso -

GIORGIA MELONI PREMIER URSULA VON DER LEYEN PRESIDENTE DELLA COMMISSIONE EUROPEA


Dopo lo sprint della Germania, che ha ottenuto dall’Ue un’accelerazione sugli e-fuel, l’Italia dei biocarburanti resta in panne. Con la promessa, però, che prima o poi se ne parlerà. Il portavoce della commissione europea per l’energia, Tim McPhie, ha assicurato che quella dei biocarburanti è “una questione della quale ci dovremo occupare in futuro”. E, nonostante le parole del commissario Timmermans, che sono apparse definitive, il governo italiano torna alla carica: “Stiamo discutendo per uno spazio di apertura”.
Il futuro dell’automotive è appeso a un preambolo. È il numero 11 del regolamento sulle emissioni dei veicoli. Quello, per intendersi, che avrebbe imposto il ban alla vendita di auto a motore termico dal 2035. Una decisione che ha spiazzato tutti. Specialmente Italia e Germania. Roma aveva annunciato voto contrario se, senza modifiche, sarebbe stato presentato quel regolamento all’eurogruppo. Berlino, con il sussurro di chi la sa lunga, aveva annunciato che su quella bozza si sarebbe astenuta. L’Ue è corsa ai ripari e, nel fine settimana, la Commissione ha partorito la soluzione, affidata a un twitt del vicepresidente: sì agli efuels, i carburanti a impatto zero, prodotti (per lo più in Germania, ça va sans dire…) a partire dall’idrogeno verde e dal carbonio. L’Italia, seguita in quest’avventura da Polonia e Bulgaria, è rimasta col cerino in mano. Nemmeno una parola su etanolo e biodiesel, ricavati dalla fermentazione e dall’utilizzo di materiali naturali come mais, olio di conza, di palma e girasole.
Il governo italiano ha tentato di vedere il bicchiere mezzo pieno. Ieri, il ministro dell’ambiente Gilberto Pichetto Fratin, intervenuto al forum “Dal Mediterraneo il futuro energetico europeo”, organizzato a Roma da Fondazione Merita e Unioncamere, ha spiegato: “Stiamo perdendo la bussola fondamentale. L’obiettivo è difendere il motore endotermico, c’è un interesse nazionale: metà della produzione Ue è italiana e grazie alla Germania rimarrà il motore endotermico”. Dopo aver ringraziato Berlino, Pichetto Fratin ha invitato a guardare al concreto: “Se parliamo di decarbonizzazione gli e-fuel non ci sono ancora, mentre i biocarburanti che proponiamo noi li abbiamo subito. Qualcosa emettono è vero, ma ci vuole una verifica basata su un ragionamento scientifico non ideologico”,
Intanto, anche da Bruxelles arriva qualche apertura, timidissima, al governo italiano. Affidata a uno dei portavoce della Commissione, Tim McPhie, secondo i biocarburanti rappresentano “una cosa di cui dovremo occuparci in futuro: non escluderò o includerò nulla in questo momento, ma quello che è chiaro è che la legislazione sulle emissioni degli autoveicoli che verranno immatricolati dal 2035 in poi rimane intatta e che noi la applicheremo in buona fede”. Le parole del portavoce non hanno rasserenato più di tanto la delegazione italiana che, al Coreper, il comitato delle rappresentanze permanenti, tenutosi ieri, ha ribadito la sua contrarietà rispetto all’interpretazione, ritenuta restrittiva, del concetto di “carburanti neutri” e che ricomprenderà solo gli e-fuels. Roma, dunque, riafferma la sua volontà di votare contro alla nuova bozza del regolamento emendato dopo la trattativa tra la Commissione Ue e i rappresentanti tedeschi. I rilievi italiani sono stati sostenuti anche da altri Paesi membri. La Polonia in primis che, dall’inizio, ha sposato la battaglia. Se ne parlerà oggi al consiglio europeo dell’energia. La presidenza svedese potrebbe inserire il punto in cima alla scaletta degli argomenti da trattare. E mentre in Europa si ragiona di cosa avverrà (o dovrà accadere) da qui a dodici anni, i fatti raccontano una realtà molto diversa rispetto a quella “sognata” dalla Commissione Ue. Secondo i dati Unrae, a gennaio, è stato boom delle vendite di auto usate. Le preferenze, almeno degli italiani, sono nette: il diesel a gennaio 2023 si è confermato al primo posto, con il 47,4%. Subito dopo, ci sono i motori a benzina con una quota stimata intorno al 40,7%, poi il Gpl copre il terzo posto (al 4,4% del totale), poco distante dalle ibride, al quarto, con il 4,2%. Le elettriche allo 0,4%.

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