I nuovi guai della Juve “Responsabilità civile”
FABIO PARATICI EX MANAGING DIRECTOR FOOTBALL AREA JUVENTUS PAVEL NEDVED ANDREA AGNELLI
COMPETENZA
Tra un mese e mezzo, dunque, il giudice entrerà nel merito della principale eccezione preliminare che gli avvocati Davide Sangiorgio e Maurizio Bellacosa solleveranno. Vale a dire la richiesta di spostare il processo a Milano o Roma perché il presunto aggiotaggio informatico (la speculazione sull’andamento del titolo Juve quotato in Borsa) contestato agli indagati, non sarebbe stato commesso a Torino come ipotizzano i magistrati e la guardia di finanza. Il reato secondo il procuratore aggiunto Marco Gianoglio e il sostituto Mario Bendoni si sarebbe perfezionato nella città della Mole nel momento in cui dagli uffici amministrativi del club bianconero alla Continassa è stato impartito il comando di invio alla documentazione contabile spedita alla Consob a Milano dove c’è la dede di Borsa italiana. A Roma, invece, ha la sede legale l’azienda informatica che organizza la piattaforma 1INFO tramite cui la Juventus invia i comunicati di notizie non di pubblico dominio, ma necessarie per la trasparenza, rendendole disponibili agli azionisti e al pubblico risparmiatore per le decisioni di investimento.
“ODIO LA JUVE”
Non era in aula, invece, l’altro pm Ciro Santoriello, che si è astenuto di recente dopo avere condotto l’inchiesta ribattezzata “Prisma” sui conti alterati della Juve, perché il 7 febbraio scorso era stato travolto dalle sue stesse parole pronunciate in un convegno ancora nel 2019. “Lo ammetto, sono tifosissimo del Napoli e odio la Juventus”, aveva detto in un video relativo a un dibattito sulle società di calcio a Milano, scatenando la rabbia social dei milioni di tifosi della Juve. Tanto da fargli scrivere a febbraio di fare un passo indietro per ragioni di opportunità.
“TRUCCHETTI”
È l’affare Ronaldo a scassare i conti della società calcistica più blasonata d’Italia, costretta a due aumenti di capitale di 700 milioni di euro complessivi in un triennio. Ma i conti non quadravano ugualmente e allora, sospetta la Procura, sarebbe iniziato il valzer delle plusvalenza che avrebbe avuto nell’ex direttore sportivo Fabio Paratici l’indiscusso mago. Tanto da far dire all’ad Maurizio Arrivabene, riguardo all’area finanza nel corso di una delle tante telefonate intercettate, “lì ormai sono diventati talmente esperti a fare trucchetti”. Per i magistrati, che hanno raccolto una mole di indizi imponente, l’alterazione dei conti societari sarebbe stata commessa con l’attribuzione di valori artificiali ai prezzi dei giocatori venduti e acquistati per puntellare i bilanci. Tra le manovre sospette quelle sugli stipendi rinviati “certamente illecite e in relazioni alle quali si condivide con la pubblica accusa la sussistenza dei gravi indizi” scrive il gip lo scorso autunno quando negò le misure cautelari nei cofnronti degli allora vertici juventini sillevando dubbio sulla “sussistenza del dolo richiesto”.Ma a fine novembre il consiglio d’amministrazione del club si dimise in blocco alla viglia del Riesame in Corte d’Appello della richiesta di arresti domiciliari per Andrea Agnelli e i principali manager. A rischiare il rinvio al dibattimento davanti al tribun ale penale sono anche Marco Re, Stefano Bertola, Stefano Cerrato, Cesare Gabasio, Francesco Roncaglio, Enrico Vellano, Stefania Boschetti e Roberto Grossi. Le accuse oltre all’aggiotaggio, a vario titolo sono il falso in bilancio, l’ostacolo alla vigilanza Consob e le false fatturazioni. Quest’ultimo reato è quello che ha la pena edittale più alta, da 4 a 8 anni di reclusione, e potrebbe far attrarre la competenza proprio a Torino.
DIFESA
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