Mattarella come Greta spiega all’Africa come salvare il pianeta
Sergio come Greta. Il presidente della Repubblica, nel suo ultimo viaggio in Kenya, sembra essere il più accanito ecologista. “Non si può fuggire dalla realtà – tuona nel suo intervento. La riduzione delle emissioni nei tempi e nelle modalità indicate dalla comunità scientifica costituisce un obbligo ineludibile, che riguarda ogni cittadino. Non ci si può cullare nell’illusione di perseguire prima obiettivi di sviluppo economico per poi affrontare in un secondo momento le problematiche ambientali. Non avremo un secondo tempo. Se vogliamo lasciare alle future generazioni, a voi che mi state ascoltando oggi, un pianeta dove l’umanità possa vivere e prosperare in pace, dovremo compiere, tutti assieme, progressi decisivi nella transizione verso un’economia decarbonizzata”. Un ragionamento che trova il plauso dell’Università di Nairobi, un ateneo considerato tra i più attivi in Africa rispetto alla questione della salvaguardia ambientale. “I Paesi di più antica industrializzazione – agginge il Capo dello Stato, facendo mea culpa- hanno contribuito in maniera sicuramente preponderante, con quel modello di sviluppo e crescita, alle emissioni di gas ad effetto serra. Negli ultimi decenni, nuovi protagonisti hanno conosciuto una travolgente crescita economica, che li ha portati a raggiungere, e a superare, l’impatto di quelli che hanno generato la prima rivoluzione industriale. Con effetti altrettanto devastanti sull’ambiente. Gli sforzi dei Paesi industrializzati, che devono essere significativamente accresciuti proporzionalmente alle loro responsabilità, per essere efficaci devono essere accompagnati da un analogo convinto impegno di nazioni -incluse quelle emergenti-, il cui peso demografico ed economico è diventato prevalente”. Dopo un intervento del genere, tessera dei verdi ad honorem per re Sergio.
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