“Adesso torni in Italia Così abbiamo subito l’ennesimo scippo”
ALESSANDRA MUSSOLINI EUROPARLAMENTARE PARTITO POPOLARE EUROPEO
di EDOARDO SIRIGNANO
L’Italia scippata si ribella. “Rivogliamo a Milano l’Agenzia europea per la valutazione dei farmaci” è l’appello che circola tra i corridoi di Bruxelles. Secondo la politica nazionale un ente così importante non può stare vicino al quartiere a luci rosse, come deciso dal Comune di Amsterdam. Ecco perché Fulvio Martusciello, capo delegazione di Forza Italia a Bruxelles, scrive direttamente alla presidentessa della Commissione Europea Ursula Von der Leyen. “Un lavoro fondamentale – appare nella missiva, inviata in esclusiva al quotidiano l’Identità – per la protezione della salute pubblica non può essere disturbato da comportamenti disordinati, né le visite degli ospiti internazionali possono essere minate dalla paura per la propria sicurezza. Appare evidente, quindi, rivolgere nuovamente l’attenzione alla questione della scelta della sede dell’Ema, in modo che a essere prescelta sia la città che offra le migliori condizioni nell’interesse dell’Agenzia, condizioni che già nel recente il capoluogo lombardo ha dimostrato di poter ampiamente garantire”.
Secondo voci di palazzo, circolanti soprattutto tra i corridoi del Ppe, la capitale economica dello stivale, in partenza era in vantaggio rispetto a quella olandese. A seguire la pratica era stato allora Sandro Gozi, sottosegretario sia nel governo Renzi che in quello Gentiloni. Quelle carte, però, all’improvviso scomparirono. C’è chi a destra addirittura accusava l’ex consulente dell’esecutivo Philippe di aver dato fuoco alla pratica (verbali, buste del sorteggio ecc.). Ragione per cui c’è più di qualche mal pensante, sia tra gli onorevoli che tra i cittadini comuni, che sui social, parla di mancata opposizione o peggio ancora di favori ai vicini transalpini. “Mentre l’Agenzia del farmaco è andata ad Amsterdam e quella delle banche (Abi) a Parigi, c’è un italiano che fa il parlamentare per Macron – rivela un eurodeputato in forma anonima”. A chiedere un passo indietro all’Europa sulla sede dell’Agenzia, intanto, è Alessandra Mussolini, vice capo delegazione di Forza Italia, la quale già in passato aveva presentato diverse denunce sul caso.
Che idea si è fatta rispetto alla vicenda, su cui però si discute ancora poco?
Come si fa spostare un quartiere a luci rosse in prossimità di un’istituzione mondiale. I massimi scienziati in ambito farmacologico dovranno vedersela, ogni giorno, con spacciatori e delinquenti. È un qualcosa di assurdo. Chiediamo, pertanto, che venga restituito a Milano, qualcosa che gli appartiene. Il capoluogo lombardo è la sede naturale per l’Agenzia. Se Amsterdam non è più adeguata per ospitare l’Ema, deve fare un passo indietro, soprattutto se è già pronta una soluzione alternativa. Se fosse accaduta una vicenda del genere in Italia, sarebbe accaduto l’inferno o meglio ancora la rivoluzione.
Qualcuno sostiene che ci sia una certa sinistra che, sotto traccia, abbia stilato un patto con i francesi. Il riferimento probabilmente è a quei parlamentari italiani eletti grazie ai voti di Macron…
La sinistra aleggia sempre in queste situazioni. È evidente anche a chi non conosce la politica. La priorità, comunque, adesso è risolvere un problema reale, su cui non c’è tempo da perdere. Neanche a Panama c’è un quartiere del genere a pochi metri dai grandi centri di ricerca.
Ci sono possibilità che quest’eccellenza ritorni in Italia?
Saranno gli stessi dipendenti dell’Ema a chiederlo, a gran voce, a chi di dovere.
Perché prima di questa denuncia l’argomento era finito nel cosiddetto dimenticatoio?
Essendo molto curiosa, insieme ad altri colleghi, ho pensato di accendere una scintilla. Il silenzio di questi ultimi anni sulla vicenda, però, deve far riflettere. Qualcuno probabilmente ha preferito non discuterne.
Sulla questione sensibilizzerete anche il presidente del Consiglio Giorgia Meloni?
Certamente! Stiamo parlando di una battaglia che riguarda tutti. Serve, pertanto, unità e sinergia, non solo all’interno del centrodestra. Il governo è dalla nostra parte, così come speriamo di avere solidarietà da quei Paesi indignati per qualcosa che lede l’immagine dell’intero continente.
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