Un corteo di pace e la protesta. Il Sindaco: “Come un lutto di famiglia”
MATTEO PIANTEDOSI MINISTRO DELL'INTERNO
di CLAUDIA MARI
Un corteo di pace e una protesta. Così ieri Cutro ha accolto la premier Giorgia Meloni e tutti i membri del governo giunti nella cittadina calabrese per lo straordinario Consiglio dei Ministri programmato per varare il nuovo Decreto sul tema migratorio. Già dalle prime ore della mattina, nella cittadina, che è stata lo scorso 26 febbraio teatro della tragedia del naufragio, sono iniziate le prime forme di protesta. Sui muri del piccolo comune sono apparse delle scritte poco accoglienti, che recitavano “Benvenuti nel nulla”, in un caso e “Cutro non difende Piantedosi”, nell’altro, con quest’ultima cancellata poco dopo. E così anche il piccolo centro è stato posto in allerta: le piazze e le strade nelle vicinanze del Municipio di Cutro – dove si è svolto il Consiglio straordinario – sono state chiuse già dal mattino, insieme alla presenza delle forze dell’ordine, a presidio di tutti i luoghi adiacenti. Ma tutti gli occhi, per ore sono stati puntati sulla piazza.
LA RICHIESTA DI VERITÀ
La piazza del comune, teatro degli avvenimenti della giornata, è stata blindata. Ma a poche centinaia di metri da lì, sono stati molti i cutronesi incuriositi ad essere presenti, ma soprattutto sono stati diversi i sit-in di comitati e realtà sociali calabresi che hanno contestato la “passerella del governo” nella cittadina. “Potevano essere salvati” si legge in uno dei cartelli che spiccano tra i manifestanti. “Chiediamo solo verità e giustizia. A 15 giorni dalla tragedia ancora non emerge la verità. E ieri volevano trasferire le salme. Vogliamo una vera politica di accoglienza”. Queste le parole di un manifestante in piazza della Scacchiera, poco lontano dal Comune di Cutro, dove si sono riuniti Cobas, Usb, e il gruppo “Fabbrikando l’avvenire”, costituito da ex dipendenti della Pertusola sud di Crotone – l’industria chiusa da anni. Molti, sono stati anche i cittadini calabresi riuniti spontaneamente: a decine si sono ritrovati nella piazza principale per protestare contro la riunione straordinaria e si sono messi in attesa dell’arrivo delle istituzioni. Immediato l’intervento delle forze dell’ordine che, in tenuta antisommossa, hanno cercato di liberare la piazza. I manifestanti hanno posto resistenza e si sono seduti a terra a ritmo dello slogan “Noi siamo figli di migranti, lasciateci manifestare”. A campeggiare, in attesa delle auto, anche uno striscione che recitava “Non a nome mio. La Calabria ha un cuore, voi no”.
TRA PELUCHE E SILENZI
La protesta è continuata nel pomeriggio, fino all’arrivo, circa alle ore 16, della premier e dei primi ministri. Dalla strada le voci dei manifestanti si sono alzate al grido “vergona”, “assassini” e “dimissioni” e verso le automobili sono stati lanciati diversi pupazzi di peluche, simbolicamente in ricordo dei bambini che hanno perso la vita nel naufragio. Le massicce proteste hanno accolto tutti i membri della squadra di governo, ritrovatisi senza poi particolari ostacoli pochi minuti dopo per l’inizio del Cdm. Nel frattempo, tra le urla di sdegno, tra le strade di Cutro è stato anche organizzata “la contro-manifestazione della pace”: un modo per chiedere di non dimenticare. L’intenzione del corteo, per gli organizzatori, era non solo quella di ribadire la generosità e la solidarietà dimostrata dalla comunità, ma anche quella chiedere alle istituzioni di non spegnere i “fari” sul territorio e non far passare il Cdm come una presenza momentanea su problemi che segnano il territorio da anni. La manifestazione “in religioso silenzio” è partita da Piazza Gio’ Leonardo di Bona, dove già dalla mattina erano spuntati cartelli che invocavano alla pace.
LA VOCE DEL TERRITORIO
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