Politica

Covid, Speranza indagato. L’Italia ora merita di sapere la verità

di Edoardo Sirignano -

ROBERTO SPERANZA MINISTRO SALUTE


L’Italia merita di sapere la verità. I Pm della capitale intendono far luce su quanto avvenuto nei giorni clou del Covid. Secondo i più, determinate scelte avrebbero finito con l’aggravare il drammatico bilancio di un evento a cui nessuno era preparato. Il riferimento è alla zona rossa di Nembro, che secondo una consulenza affidata dalla Procura di Bolzano al microbiologo Andrea Crisanti, avrebbe potuto salvare la vita a tante persone. Diversi i dubbi rispetto alla strategia adottata da chi dovere, che secondo l’accusa avrebbe finito con l’aggravare il bilancio delle vittime. I dubbi non riguardano tanto la chiusura e la riapertura del nosocomio di Alzano Lombardo dopo la scoperta del primo caso, ma l’assenza di interventi nei reparti laddove il contagio cresceva giorno dopo giorno.

Gli ex ministri sotto la lente dei Pm

 

A finire, questa volta, sotto la lente di ingrandimento della magistratura gli ex ministri alla Salute Roberto Speranza, Beatrice Lorenzin e Giulia Grillo. Il nuovo iscritto al Partito Democratico, in particolare, dovrà effettuare i dovuti chiarimenti rispetto alla mancata attuazione del piano pandemico. Gli altri due, invece, dovranno rispondere per omissione d’atti. Stesso discorso vale per i sette funzionari di Stato coinvolti nell’inchiesta. Nel carteggio sarebbe accusato di false comunicazioni Ranieri Guerra, numero due dell’Organizzazione mondiale della sanità. Diverso, invece, il capo d’accusa per Silvio Brusaferro, presidente dell’Istituto superiore della sanità, indicato come responsabile di truffa per il conseguimento di erogazioni pubbliche.

 

Il tribunale dei ministri salva Conte

Nel frattempo, il Tribunale dei Ministri di Roma archivia la posizione dell’ex premier Giuseppe Conte, coinvolto nell’inchiesta durata quasi tre anni. L’ex inquilino di Palazzo Chigi, insieme alla sua squadra (coinvolti anche gli ex ministri Roberto Speranza, Lorenzo Guerini, Luciana Lamorgese, Roberto Gualtieri e Alfonso Bonafede), era indagato per epidemia e omicidio colposo in seguito a segnalazioni di sindacati, consumatori e appunto parenti delle vittime. Questi ultimi, in particolare, denunciavano “le inefficienze e i ritardi del governo nell’adozione delle misure organizzative e restrittive necessarie a fronteggiare l’emergenza”. Il riferimento non è solo alla mancata attuazione della strategia per contenere la diffusione del microrganismo, ma anche ai ritardi sui vari dispositivi, ovvero alla confusione creatasi nei presidi della salute su tamponi, mascherine, guanti e via dicendo. C’è chi, intanto, vede uno scontro all’interno della magistratura, ovvero tra i Pm, che secondo alcuni vorrebbero utilizzare la giustizia per colpevolizzare una parte politica e i togati ordinari che invece vorrebbero assolverla. Lo stesso Speranza, d’altronde, per dei togati avrebbe sbagliato e per altri no. Una cosa è certa, un’intera nazione, pur essendo ormai archiaviata l’emergenza e scomparso il Covid dai telegiornali, vuole che sia fatta luce rispetto a una storia, dove c’è più di qualcosa che non torna.

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