Meloni da Modi: armi, guerra e migranti economie complementari nel mondo che cambia
Il Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, incontra il Primo Ministro dell’India, Narendra Modi, a margine del Vertice G20.
Glielo aveva promesso lo scorso 16 novembre in occasione della visita a margine del G20 di Bali. Proprio in quella circostanza il premier indiano l’aveva invitata come ospite d’onore del Raisina Dialogue, la cui ottava edizione si apre oggi a Nuova Dehli. Il presidente del Consiglio Giorgia Meloni è già arrivata in India per partecipare, dunque, come ospite d’onore, alla più importante conferenza di geopolitica in India, organizzata dal ministero degli Esteri indiano e dall’Observer Research Foundation. A New Delhi resterà poche ore anche perché dovrà poi recarsi negli Emirati arabi uniti, seconda tappa di questo tour tra Asia e Medio oriente.
La visita del premier è la prima di un capo di governo italiano in India dopo quella del presidente Giuseppe Conte, nel 2018, quando i due Paesi erano alla ricerca di una soluzione condivisa dopo la spinosa vicenda dei marò italiani che aveva innescato un pericoloso incidente diplomatico. L’edizione di quest’anno – che si concluderà sabato – assume un significato particolare perché si tiene durante la presidenza indiana del G20. Ma anche perché i lavori vedranno la partecipazione di oltre cento Paesi del mondo con capi di Stato, ministri, rappresentanti del mondo militare e accademico, mondo delle imprese. I lavori saranno inaugurati dal primo ministro indiano, Narendra Modi, che incontrerà la Meloni che per l’occasione è accompagnata dal ministro degli Esteri, Antonio Tajani, e da una delegazione d’affari definita dal governo indiano di “alto livello”. Bene, a circa 5 anni da quell’ultima visita, Italia e India si apprestano a sottoscrivere un importante memorandum d’intesa sul settore difesa che, tra le altre cose, dovrebbe allora mettere la parola fine al gelo diplomatico. Inoltre, l’arrivo della Meloni- che questo pomeriggio dovrebbe incontrare anche la presidente indiana Droupadiu Murmu – coincide anche con un importante anniversario nelle relazioni tra Italia e India. “L’India e l’Italia – si legge infatti sul sito del governo indiano – festeggiano quest’anno 75 anni dall’instaurazione di relazioni diplomatiche. La poliedrica relazione bilaterale si basa su valori culturali condivisi, impegno a promuovere la crescita economica, collaborazione nel settore dell’energia e della tecnologia, della difesa e segnata dalla convergenza su questioni regionali e globali”. La visita del premier Meloni, spiega ancora Nuova Delhi, “dovrebbe rafforzare e approfondire ulteriormente le relazioni di lunga data tra India e Italia. Entrambe le parti faranno il punto sui progressi e sui risultati chiave del vertice di novembre 2020, rafforzeremo la cooperazione in materia di sicurezza e difesa, lavoreremo per legami economici più stretti, miglioreranno le opportunità di mobilità dei talenti e forniranno una guida strategica alla collaborazione in corso in scienza e tecnologia”.
L’interscambio commerciale tra Italia e India è in rapida crescita e ha raggiunto nel 2022 il record di 14,9 miliardi di euro con un surplus a favore dell’India di 5,2 miliardi, anche per il ruolo crescente quale fonte di materie prime precedentemente importate da Ucraina e Russia (soprattutto metalli). Le società italiane sono circa 700. I contatti sono facilitati dalla ripresa dei voli diretti tra i due Paesi, ma permangono barriere di tipo regolatorio, tecnico e fitosanitario che restringono l’accesso al mercato indiano, ai bandi pubblici e agli investimenti. Sarà organizzata all’uopo una tavola rotonda d’affari presieduta dal titolare della Farnesina Tajani e dal ministro indiano del Commercio e dell’Industria, Shiriu Piyush Goyal. Tajani parteciperà, tra l’altro, anche alla riunione ministeriale del G20 che si è aperta ieri e proseguirà anche oggi con la partecipazione del ministro degli Esteri russo, Sergei Lavrov, e del suo omologo statunitense, Antony Blinken. E tra i tanti temi che saranno affrontati ci sarà ovviamente anche quello della guerra in corso in Ucraina.
Il governo italiano, per bocca dello stesso premier Meloni, ha ribadito a più riprese, anche ai partner europei, il totale, incondizionato appoggio a Kiev, nel mentre la posizione dell’India viene ritenuta perlomeno ondivaga dalla comunità internazionale. Va ricordato al proposito che alcuni giorni fa l’Assemblea generale delle Nazioni unite ha approvato con 141 voti favorevoli e 7 contrari la deliberazione che condanna nuovamente l’invasione della Russia in Ucraina e che quel voto aveva registrato l’astensione dell’India oltre che quella della Cina. Secondo il premier sarà una visita in cui la volontà del governo di sfruttare tutte le potenzialità del teatro indo-pacifico si intreccerà con l’urgenza di avvicinare un Paese come l’India che ancora non si è apertamente espresso contro Mosca. “Occorre intensificare i contatti con quei Paesi che si sono ancora astenuti” aveva sottolineato la Meloni in collegamento con gli altri leader del G7 nel giorno in cui ricorreva l’anniversario del conflitto in Ucraina. E in questo quadro si inserisce però la volontà di Italia e India di consolidare i rapporti anche in virtù della firma di un accordo nel settore della Difesa che, stando a fonti ufficiali citate dal quotidiano The Indu, “avrà una cornice che consentirà altre intese fra i governi dei due Paesi”. “
La visita del premier Meloni – sottolinea il dicastero degli Esteri indiano – rafforzerà ulteriormente la relazione di lungo corso che esiste tra Italia e India. Entrambe le parti faranno il punto sui progressi fatti dal vertice di novembre 2020, rafforzeranno la collaborazione nel settore della Difesa e della Sicurezza e, più ingenerale, i rapporti economici”. “L’India – spiega Matteo Perego di Cremnago, sottosegretario alla Difesa, reduce da una missione nel Paese asiatico – può essere un partner strategico per l’Italia anche per determinare una nostra posizione nell’area indo-pacifica, complementare alla partnership con il Giappone sui caccia di sesta generazione”.
Il premier Meloni, come detto, volerà poi ad Abu Dhabi dove la situazione è probabilmente più delicata. Era infatti il gennaio del 2021 quando il governo presieduto da Conte aveva deciso di revocare le autorizzazioni all’export di missili e bombe verso l’Arabia Saudita e gli Emirati arabi uniti, Paesi alla guida della coalizione sunnita contri i ribelli sciiti dello Yemen. Pochi mesi dopo Abu Dhabi negò il sorvolo al Boeing della nostra Aeronautica diretto a Herat per la cerimonia della conclusione della missione delle truppe italiane in Afghanistan.
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