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Autonomia: Pulin “Altro che novità meccanismo vecchio”

di Eleonora Ciaffoloni -

Massimo Pulin presidente CONFIMI


Quello sanitario è ormai “un settore al collasso”. Così lo definisce il Presidente di Confimi Industria Sanità Massimo Pulin, preoccupato per “uno stallo del sistema”, che “non è da attribuire al governo attuale, ma sono anni di problematiche che vanno accumulandosi”. Infatti, anche se si parla di nuova legislazione, come per l’autonomia, si parla di cose già viste.
Si può ripartire dai LEA e i LEP?
“I LEA del 2017 non sono mai stati rifatti e non sono partiti perché la Conferenza Stato Regioni non li ha approvati. E quello che non è partito è già obsoleto perché dopo sei anni di novità non ce ne sono anche se sono state sbandierate. Uno stallo generale che deve essere sbloccato”.
La soluzione?
“Sono le competenze. Per mettere mano a un sistema ormai al collasso servono persone competenti. Serve rimettere tutti gli attori pubblici e privati attorno a un tavolo e trovare soluzioni in breve tempo e non in anni di discussioni che non portano a niente. Un tavolo a cui ognuno porti le proprie competenze e capacità al fine di avere delle soluzioni che possono essere trovate, non come è successo con chi ha governato fino adesso”.
Quali sono le emergenze su cui intervenire?
“In primo luogo, le Regioni devono tornare a parlare con le associazioni di categoria per trovare soluzioni al blocco delle assunzioni. Poi, è necessaria una modulazione tale con cui la sanità privata e pubblica tornino a parlare la stessa lingua e, infine, si deve cominciare a mettere delle figure capaci a direzione della sanità. E in tempi rapidi”.
Pubblico e provato insieme: si può?
“Se si vuole ricostruire la sanità bisogna farlo insieme con il privato, che deve farsi carico dei tanti aspetti della sanità, non solo quelli strettamente economici, perché la salute è un bene di tutti. Sappiamo che non è facile perché gli interessi sono tanti, ma è necessario”.
Il payback sanitario è stato prorogato, cosa significa per le imprese?
“Il Payback sanitario è da bloccare. Prorogarlo significa mettere in ginocchio gran parte delle imprese, perché anche se si allungassero i tempi le aziende a metà anno a chiusura dei bilanci si troverebbero al fallimento. Se vogliono una debacle – non so a favore di chi – è la strada giusta”.

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