La “signora in blu” si candida con Conte e sfida Rocca e D’Amato
DONATELLA BIANCHI GIORNALISTA
di MAFALDA BOCCHINO
La signora in blu si candida con Conte e sfida Rocca e D’Amato. Donatella Bianchi, il volto di Linea Blu, sarà la candidata del Movimento 5 Stelle per la Regione Lazio. Dai più bei mari d’Italia alla Cristoforo Colombo è il destino della nota anchorwoman ligure, trapiantata per l’occasione nella capitale. Ad annunciarlo il capo dei gialli in un post Facebook. La cronista, secondo l’avvocato di Volturara Appula avrà il delicato compito di realizzare l’ambizioso programma di rilancio ambientale, politico e sociale ideato dai pentastellati insieme ad alcune realtà della sinistra e della società civile. Così si intende dare la scossa, laddove fino a ieri ha governato il Pd. I democratici, insieme al Terzo Polo di Matteo Renzi e Carlo Calenda sosterranno l’assessore uscente della giunta Zingaretti Alessio D’Amato. Per il centrodestra, invece, ci sarà il presidente della Croce Rossa Italiana Francesco Rocca. “Sono felice – dichiara l’ex presidente del Consiglio – di poter fare questo annuncio. Donatella incarna perfettamente quei valori, quelle sensibilità e quelle competenze che riteniamo condizioni imprescindibili per offrire ai cittadini una proposta credibile e all’altezza delle loro aspettative ed esigenze. Non potevamo che partire dalla necessità di una transizione ecologica vera, trasparente, che sia sinonimo di salvaguardia ambientale, lotta all’inquinamento e volano di occupazione”. Tale programma, secondo il gotha del M5S, dovrebbe essere presentato entro fine anno. “Sarà l’occasione giusta – sottolinea Conte – per affrontare subito i nodi politici e pratici per assicurare ai cittadini una migliore qualità della vita. Siamo pronti a rimboccarci le maniche, insieme, per una Regione aperta ed inclusiva, a misura di cittadino”.
La prescelta
Giornalista e scrittrice, già due volte presidente del Wwf Italia e dal 2019 Presidente del Parco nazionale delle Cinque Terre, Donatella Bianchi è considerata da sempre donna piena di energia. Sin da quando ha debuttato in televisione, nel 1978, nella Domenica In condotta da Corrado, si è sempre fatta riconoscere la’indiscussa simpatia, nonché per la sua determinazione. Doti che le hanno consentito di diventare un’icona del piccolo schermo. Prima inviata speciale per “Sereno Variabile”, poi si è distinta nella redazione del Tgr Lazio. L’apice del successo, però, lo ha raggiunto con “Linea Blu”, che le ha consentito di diventare icona del mondo green. Negli ultimi anni, fondamentale il suocontributo, nella task force di esperti, che nella Fase 2 della pandemia, ha lavorato per il rilancio del Paese.
La polemica
Tale scelta, però, ha scatenato l’ira del Nazareno. Per il deputato del Pd Andrea Casu, la giornalista non deve più condurre più Linea Blu: “Fa una scelta politica – scrive su Twitter – che rispettiamo, ma è una decisione definitiva. La Rai non ha le porte girevoli”. Per la Lega, invece, deve lasciare quanto prima l’incarico di presidente del Parco Nazionale delle Cinque Terre: “Il ruolo che ricopre – sottolineano in una nota la senatrice Stefania Pucciarelli e il deputato Francesco Bruzzone – deve essere estraneo a qualunque dinamica di partito”. Italia Viva e Azione, invece, si sofferma nosull’inadeguatezza della scelta politica. Secondo la senatrice renziana Raffaella Paita, il nome scelto da Conte non rappresenta le ampie convergenze auspicate, ma semplicemente la mozione più a sinistra del Pd: “Massimo rispetto per la persona Ricordo, però, i tempi in cui il suo nome veniva speso frequentemente dalla corrente di Andrea Orlando per diversi ruoli. Ho la sensazione, che pur di far perdere D’Amato, stanno provando un campo largo, larghino e stretto dai…”. L’unico a credere ormai in un centrosinistra compatto è il solo ex ministro all’ambiente Alfonso Pecoraro Scanio, che lancia un ultimo appello agli alleati e replica alle accuse sulla presunta incompatibilità: “Non c’è due senza tre. I progressisti hanno già avuto due giornalisti Rai presidenti del Lazio, Badaloni e Marrazzo, che non hanno dovuto lasciare l’incarico. La Bianchi sarà la terza. Chiederne le dimissioni, denota il nervosismo del Pd, quasi un perdere la testa. I dem, al contrario, dovrebbero valutare il ritiro di D’Amato e accettare la leadership di Conte per non consegnare la Regione alle destre. Sono certo che l’elettorato dem, non schiavo delle correnti, guarderà con simpatia a una professionista stimata, conduttrice da 25 anni di una delle più belle trasmissioni della Rai”.
La prescelta
Giornalista e scrittrice, già due volte presidente del Wwf Italia e dal 2019 Presidente del Parco nazionale delle Cinque Terre, Donatella Bianchi è considerata da sempre donna piena di energia. Sin da quando ha debuttato in televisione, nel 1978, nella Domenica In condotta da Corrado, si è sempre fatta riconoscere la’indiscussa simpatia, nonché per la sua determinazione. Doti che le hanno consentito di diventare un’icona del piccolo schermo. Prima inviata speciale per “Sereno Variabile”, poi si è distinta nella redazione del Tgr Lazio. L’apice del successo, però, lo ha raggiunto con “Linea Blu”, che le ha consentito di diventare icona del mondo green. Negli ultimi anni, fondamentale il suocontributo, nella task force di esperti, che nella Fase 2 della pandemia, ha lavorato per il rilancio del Paese.
La polemica
Tale scelta, però, ha scatenato l’ira del Nazareno. Per il deputato del Pd Andrea Casu, la giornalista non deve più condurre più Linea Blu: “Fa una scelta politica – scrive su Twitter – che rispettiamo, ma è una decisione definitiva. La Rai non ha le porte girevoli”. Per la Lega, invece, deve lasciare quanto prima l’incarico di presidente del Parco Nazionale delle Cinque Terre: “Il ruolo che ricopre – sottolineano in una nota la senatrice Stefania Pucciarelli e il deputato Francesco Bruzzone – deve essere estraneo a qualunque dinamica di partito”. Italia Viva e Azione, invece, si sofferma nosull’inadeguatezza della scelta politica. Secondo la senatrice renziana Raffaella Paita, il nome scelto da Conte non rappresenta le ampie convergenze auspicate, ma semplicemente la mozione più a sinistra del Pd: “Massimo rispetto per la persona Ricordo, però, i tempi in cui il suo nome veniva speso frequentemente dalla corrente di Andrea Orlando per diversi ruoli. Ho la sensazione, che pur di far perdere D’Amato, stanno provando un campo largo, larghino e stretto dai…”. L’unico a credere ormai in un centrosinistra compatto è il solo ex ministro all’ambiente Alfonso Pecoraro Scanio, che lancia un ultimo appello agli alleati e replica alle accuse sulla presunta incompatibilità: “Non c’è due senza tre. I progressisti hanno già avuto due giornalisti Rai presidenti del Lazio, Badaloni e Marrazzo, che non hanno dovuto lasciare l’incarico. La Bianchi sarà la terza. Chiederne le dimissioni, denota il nervosismo del Pd, quasi un perdere la testa. I dem, al contrario, dovrebbero valutare il ritiro di D’Amato e accettare la leadership di Conte per non consegnare la Regione alle destre. Sono certo che l’elettorato dem, non schiavo delle correnti, guarderà con simpatia a una professionista stimata, conduttrice da 25 anni di una delle più belle trasmissioni della Rai”.
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