Attualità

Anatomia di un delitto: Samson scrive ai pm, con Ilaria nella valigia si fermò dal tabaccaio

di Dave Hill Cirio -

Ilaria Sula


L’anatomia di un omicidio nelle parole di una confessione, Mark Samson ha spiegato così in una lettera il femminicidio di Ilaria Sula: “Dalle 22.15 a mezzanotte abbiamo parlato della nostra relazione, del fatto che mi dava fastidio e mi ero stancato di aspettare e lei nel frattempo cercava altre persone con cui legare. Si era fatto tardi e quindi mi chiese se poteva rimanere a dormire da me. Le ho dato un pigiama con cui potesse dormire comoda”. Il reo confesso scrive ai pm e racconta la sua versione sulle ore precedenti l’omicidio della studentessa uccisa nell’appartamento di famiglia in via Homs nel quartiere Africano. I pm, coordinati dal procuratore aggiunto Giuseppe Cascini, contestano al ragazzo l’omicidio volontario aggravato dalla relazione affettiva e l’occultamento di cadavere. Mentre la madre di Samson è indagata per concorso in occultamento di cadavere. “Ci sdraiamo sul mio letto, iniziamo a parlare delle cose belle vissute insieme, le esperienze, i viaggi, e i nomignoli che ci siamo dati – scrive anche Samson – ‘Amore’, ‘tesoro’, ‘vita’, per poi passare a quelli albanesi ‘shpirt’ ‘zemra ime’ e a quelli filippini ‘bebe ko’, ‘mahal’, ‘asawa’”.

Nella lettera Samson racconta le fasi dopo l’accoltellamento di Ilaria Sula, poi abbandonata senza vita in fondo a un dirupo nella zona di Capranica Prenestina. “Ho aperto tutti gli sportelli dell’auto per vedere se il trolley entrava sui sedili al posto del portabagagli ma invano”, “porto il trolley fuori dal condominio, era una giornata con un sole splendente, abbagliante. Vedo due ragazze che vengono nella mia direzione, le lascio passare e subito dopo sollevo il trolley senza l’aiuto di nessuno: apro il vano portabagagli e mi fermo un attimo per riprendere le forze”. Poi, scrive Samson fornendo la sua versione “risollevo la borsa e la sistemo sul lato destro del portabagagli e parto senza una direzione precisa”. Fino ad un macabro dettaglio sul quale il processo certamente si soffermerà: “Verso le 16:30 mi fermo da un tabaccaio e compro le sigarette e un accendino”.

Ieri, il via degli accertamenti su una dash cam con una microsim, presenti all’interno dell’auto di Mark Samson, da parte degli inquirenti. La sim, trovata dagli investigatori nell’appartamento di via Homs nel quartiere Africano dove la ragazza è stata uccisa, verrà analizzata alla ricerca di immagini utili per capire quando è stato caricato il corpo della studentessa a bordo dell’auto, se Samson era solo e il tragitto seguito fino a Capranica Prenestina, dove è stata ritrovata senza vita Ilaria Sula chiusa in una valigia.

Sempre ieri, partite le operazioni di analisi sul telefono della vittima ritrovato nei giorni scorsi a casa di Samson, mentre dagli esami svolti in seguito all’autopsia sono state rilevate tracce di caffè nello stomaco della ragazza. Un elemento che potrebbe portare a fissare la data della morte alla mattina del 26 marzo, come raccontato da Samson durante l’interrogatorio. Diverse amiche della ventiduenne avrebbero riferito, infatti, che la vittima non beveva caffè prima di andare a dormire. Ma gli inquirenti attendono l’esame sui telefoni di Samson e di Ilaria Sula per avere una conferma su quando sia stata uccisa.


Torna alle notizie in home