Tesla crolla in borsa
Tesla ha registrato un crollo del 71% dell’utile netto nel primo trimestre del 2025, evidenziando le difficoltà che il colosso delle auto elettriche sta affrontando sul piano competitivo e reputazionale. I dati, diffusi oggi 22 aprile dalla stessa azienda, mostrano profitti nettamente inferiori alle attese, con utili per azione pari a 27 centesimi di dollaro contro i 41 previsti dagli analisti. I ricavi complessivi si sono attestati a 19,3 miliardi di dollari, in calo del 9% rispetto allo stesso periodo del 2024. A pesare maggiormente è stato il calo del 20% del fatturato del settore automobilistico, parzialmente compensato dalla crescita del 67% della divisione energia. In aumento anche le entrate derivanti dalla vendita di crediti ambientali, salite a 595 milioni di dollari. Tuttavia, il margine operativo è sceso al 2,1%, ben al di sotto del 5,5% registrato un anno fa. Le consegne globali di veicoli sono diminuite del 13%, penalizzate non solo dalla concorrenza internazionale ma anche dalle polemiche legate al ruolo di Elon Musk all’interno dell’amministrazione Trump. In diversi Paesi si sono verificate proteste e atti vandalici contro concessionarie e stazioni di ricarica Tesla. I dati sulle vendite nei mercati chiave sono allarmanti: -22% in Cina, -62% in Germania, mentre negli Stati Uniti la quota di Tesla nel mercato dei veicoli a zero emissioni in California è scesa dal 56% al 44%. A complicare il quadro contribuisce anche l’attesa dei clienti per il restyling del Model Y, attualmente il modello più venduto dell’azienda. Guardando al futuro, Tesla dovrà inoltre fare i conti con i nuovi dazi doganali del 25% sulle importazioni. Sebbene la produzione destinata agli Usa avvenga in Texas e California, oltre un quinto dei componenti arriva dal Messico, rendendo l’azienda vulnerabile alle nuove misure commerciali.
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