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La Russia annuncia tregua per Pasqua e la ripresa del Kursk

di Dave Hill Cirio -


Alla vigilia della Pasqua ortodossa il presidente russo Vladimir Putin ha annunciato una tregua unilaterale lungo la linea del fronte in Ucraina. “Guidati da considerazioni umanitarie, oggi dalle 18:00 ora di Mosca (le 17 italiane) fino a mezzanotte di lunedì, la parte russa dichiara una tregua pasquale. Ordino di fermare tutte le operazioni militari per questo periodo”, ha dichiarato il capo del Cremlino nel corso di un incontro con il capo di Stato Maggiore, Valery Gerasimov. Putin ha tuttavia avvertito che le forze armate russe devono rimanere in allerta per possibili violazioni della tregua da parte ucraina. “Le nostre truppe devono essere pronte a respingere qualsiasi provocazione o azione aggressiva da parte del nemico”, ha sottolineato il presidente. l’annuncio arriva alla vigilia di una festività molto sentita nel mondo russo e slavo, e rappresenta un’iniziativa presentata da Mosca come gesto umanitario. Nessuna risposta ufficiale, per ora arriva dalla parte ucraina.

Ma, fino ad ora, la guerra non si era fermata. Le forze armate russe hanno riconquistato il 99,5% della regione di Kursk precedentemente occupata dall’esercito ucraino, ha dichiarato il capo di Stato maggiore delle forze armate russe, Valerij Gerasimov, durante un incontro con il presidente Vladimir Putin. “Nei distretti della regione di Kursk che avevano subito un’invasione da parte delle forze armate ucraine, la maggior parte del territorio è stata ora liberata – ha affermato Gerasimov – Parliamo di 1.260 chilometri quadrati, ovvero il 99,5% della zona occupata”. Un annuncio che arriva mentre Mosca continua a denunciare incursioni e attacchi ucraini lungo le regioni di confine, intensificatisi negli ultimi mesi con l’aggravarsi del conflitto.

La controffensiva russa ha portato alla riconquista delle aree precedentemente occupate dagli ucraini compresa la città strategica di Sudzha, segnando una vittoria importante per Mosca e un rafforzamento del controllo territoriale su un’area ove nel 2024 l’offensiva ucraina era stata concepita anche come un diversivo per distogliere truppe russe dal Donbass dove la pressione militare su Kiev era molto forte.


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