L’Iran punzecchia gli Usa che attaccano gli Houthi in Yemen. La Russia pronta a facilitare un accordo tra Teheran e Washington
Il ministro degli Esteri iraniano, Abbas Araghchi, ha incontrato a Mosca il suo omologo nonché primo ministro del Qatar, Mohammed bin Abdulrahman bin Jassim Al Thani. I due hanno discusso di questioni regionali, dei rapporti bilaterali e dei colloqui “indiretti” Usa-Iran, il cui secondo round è previsto domani a Roma.
L’Iran ha fatto sapere di aver ricevuto “messaggi contraddittori” dagli Stati Uniti, ai quali chiede “serietà” e “coerenza”. “La realtà è che stiamo ricevendo messaggi contraddittori e incoerenti dagli Usa. Cosa significhino e quali siano i loro obiettivi è affare loro – ha detto Araghchi – Dal nostro punto di vista, quello che conta è quello che viene detto al tavolo dei negoziati”.
Secondo il capo della diplomazia iraniana, la Repubblica Islamica ha “trasmesso” le sue “posizioni in risposta a questi messaggi”. “La nostra posizione è chiara – ha sottolineato – Le nostre parole non sono cambiate e non cambieranno. Non cambiamo posizione ogni giorno e ci aspettiamo la stessa serietà e coerenza dall’altra parte. Solo allora i negoziati potranno andare avanti in modo produttivo”.
Sul ruolo dell’Oman, il ministro ha ripetuto che “resta il mediatore ufficiale”. Rispetto alla formula individuata, non sono previsti cambiamenti. Nel corso di una conferenza stampa congiunta con il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov, Abbas Araghchi ha spiegato che “al momento condurremo solo negoziati indiretti”.
E questo perché “non possiamo condurre negoziati diretti con gli Usa per le minacce espresse dal governo statunitense e le sanzioni economiche, nonché per la politica di massima pressione esercitata nei nostri confronti”. In ogni caso, “la via della diplomazia è aperta, i negoziati indiretti non sono complicati ed è possibile raggiungere accordi”.
La Russia è pronta a facilitare un eventuale accordo tra Teheran e Washington sul programma nucleare iraniano, a condizione che tale accordo rispetti gli interessi dell’Iran. Ad assicurarlo è stato il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov.
Israele segue con attenzione quanto sta accadendo. “Il primo ministro Benjamin Netanyahu ed io siamo impegnati, insieme a tutte le parti interessate, a portare avanti un piano d’azione chiaro che impedisca all’Iran di acquisire armi nucleari”, ha affermato il ministro della Difesa israeliano, Israel Katz, in un comunicato diffuso dal ministero e rilanciato da Haaretz.
Il governo “non permetterà alcuna minaccia di annientamento contro Israele”, ha aggiunto il componente dell’esecutivo.
Dagli Stati Uniti è arrivata la notizia di una riunione a Parigi, prevista per oggi, tra il capo negoziatore degli ostaggi, Ron Dermer, il capo del Mossad israeliano, David Barnea, e l’inviato speciale degli Stati Uniti Steve Witkoff prima del “tavolo” del possibile disgelo in Italia.
Il percorso appare al momento accidentato. Alle difficoltà già note, si sono aggiunte quelle derivanti dal pugno duro degli Usa contro gli Houthi, sostenuti dall’Iran.
Il portavoce del ministero degli Esteri iraniano, Esmaeil Baqaei, ha espresso “ferma condanna per i barbari raid aerei degli Stati Uniti contro il porto di Ras Isa” in Yemen, definendoli “un esempio di crimine aggressivo e una palese violazione dei principi fondamentali della Carta delle Nazioni Unite”.
Per i ribelli Houthi, che controllavano il terminal di carburanti colpito nella notte dagli americani, le vittime sono 58 e i feriti 126.
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