Attualità

Nord flagelalto dal maltempo: ingegnere e figlio inghiottiti da un ponte

di Ivano Tolettini -


L’ingegnere 64enne Leone Nardon mentre osserva al volante della sua Fiat Ulisse l’impeto infernale del torrente Agno, che ha raggiunto quasi i 3 metri e aggredisce la campata del ponte dei Nori (nella foto) alla periferia di Valdagno, non immagina che di lì a qualche secondo verrà inghiottito dalla miscela assassina di asfalto, cemento, ferro, pietrame, fanghiglia e alberi trascinati a valle dalla furia della piena, risucchiando per sempre anche il povero figlio Francesco di 21 anni che gli siede a fianco e che lo accompagna nel drammatico epilogo. I loro corpi sono stati recuperati ieri mattina dai vigili del fuoco di Vicenza a chilometri dal luogo della disgrazia. Titolare di una società, la Sitec che progetta sistemi di controllo e automazione con un fatturato di oltre 3 milioni e un utile di 300 mila euro, Nardon dopo avere lasciato la ditta situata non lontano dal ponte maledetto, alle 20 di giovedì sta tornando a casa sotto il nubifragio. Soltanto sei ore più tardi, dopo l’allarme dato dalla moglie che non l’ha visto rientrare, preoccupata perché anche il figlio è irraggiungibile sul telefonino, alle 2 i carabinieri visionando le immagini delle telecamere della videosorveglianza puntate sulla grande rotatoria che regola sei strade, hanno visto che la Fiat Ulisse era sparita fagocitata nella voragine. Sono scattate le ricerche durate fino al rinvenimento dei corpi in mattinata. La tragedia di Valdagno, storico centro laniero di quasi 26 mila anime cresciuto nel solco dell’epopea dei Marzotto ed ora vocato alla meccanica, colpisce il Vicentino flagellato per oltre 24 ore dal maltempo, con il rischio idrogeologico e idraulico cessato ieri sera. Il maltempo fa dire al governatore Luca Zaia, che ha dichiarato lo stato di emergenza, che “l’evento catastrofale che ci addolora è stato tuttavia limitato ancora una volta dall’entrata in azione dei bacini di laminazione che abbiamo realizzato nel Vicentino”. Sono 13 quelli costruiti in Veneto. Invece, il sindaco di Valdagno, Maurizio Zordan angosciato per il lutto, spiega che pochi mesi fa era stata eseguita la verifica statica su tutti i ponti sull’Agno e non erano emerse criticità. “Ha piovuto tantissimo, 150 millimetri in poche ore, – afferma ai cronisti – e il torrente ha raggiunto un livello di piena mai visto, portandosi via parte del ponte dei Nori”. Il Procuratore capo di Vicenza, Lino Bruno, dopo la prima comunicazione di rito dei carabinieri, ha messo sotto sequestro il ponte ed ha aperto un fascicolo per il momento a carico di ignoti. In base alle indagini tecniche che saranno avviate nei prossimi giorni per stabilire eventuali responsabilità penali, si capirà la piega dell’inchiesta e le eventuali iscrizioni sul registro degli indagati. Sempre nel Vicentino, ma a Schio, ieri mattina poco dopo le 9 una bambina scivolata per parecchi metri nel greto del torrente Leogra, all’altezza del ponte della Riva di Magrè, è stata tratta in salvo dai pompieri e dai carabinieri. Il presidente Zaia a proposito delle aree più colpite nel Vicentino e Veronese, sottolinea che “è necessario che a Roma si faccia una scelta strategica e, come è avvenuto in Veneto dopo la grande alluvione del 2010, si investa nella difesa del suolo utilizzando fondi Pnrr”. L’allarme maltempo in tutto il Nord è stato alto per tutta la giornata: dalla Valle d’Aosta, dove si registrano ancora 6.400 utenze prive di energia elettrica, al Piemonte, dove il centro di Agliè era allagato e un uomo è stato salvato dal fango, mentre a Torino ieri ha riaperto il museo Egizio. A causa della piena dei grandi fiumi anche la Lombardia è andata in sofferenza, con l’esondazione del Ticino a Pavia. In serata la situazione è migliorata. Le forti piogge hanno causato danni anche in Toscana, nelle province di Lucca e Massa-Carrara, dove 873 persone sono isolate. Il governatore toscano Eugenio Giani ha dichiarato lo stato di emergenza ed ha stanziato subito 3 milioni per gli interventi di somma urgenza. Le situazioni più preoccupanti a Camaiore (290 isolati), Stazzema (200 isolati tra Retignano, Cansoli, Farnocchia, Pomezzana) e Pietrasanta (150 tra Valdicastello, Metati Rossi, Cerro Grosso, Solaio e Vitoio). Altri cittadini sono isolati a Seravezza (Fabbiano e Uccelliera), Montignoso (Vietina e Cancelliere), Fivizzano (Equi Terme) e Massa (Ilci). Problemi anche a Trento dove alcune persone ieri mattina sono state evacuate a causa di una frana di 30 metri cubi in via Malvasia, mentre in Emilia, soprattutto nella zona di Piacenza, per la piena del Po c’è stata l’evacuazione delle aree più a rischio.


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