Needle spiking, a Pisa l’arresto di un 50enne che pungeva con l’ago giovani donne
Migliaia di casi nel Regno Unito quattro anni fa e pure in questi anni a decine in Irlanda, Francia, Belgio, Germania, Spagna, Svizzera e Australia: il needle spiking è un fenomeno criminale che consiste nel pungere a sorpresa una persona con una siringa, spesso con un ago sottilissimo, con l’intento di iniettare sostanze come droghe dello stupro (il GHB o il Rohypnol), sonniferi o narcotici. Lo scopo è creare stordimento, perdita di sensi o malessere, facilitando così abusi sessuali o altre forme di violenza e rapine. Avviene spesso in luoghi affollati come discoteche, concerti, festival, ma anche per strada, talvolta in zone isolate. Le vittime avvertono una puntura improvvisa, seguita da sintomi come capogiri, nausea, confusione mentale, perdita di memoria e, in alcuni casi, svenimenti.
In Italia, il needle spiking alle cronache per un grave caso avvenuto a Pisa. È accusato di violenza sessuale l’uomo che dal settembre del 2024 al gennaio di quest’anno ha seminato il panico a Pisa pungendo con una siringa giovani donne. ora è stato arrestato dalla polizia. Nel passato di Simone Baroncini, 50 anni, operaio, di Pisa pure un femminicidio avvenuto il 7 dicembre 2009 quando strangolò Vanessa Simonini, una 20enne di Gallicano della quale si era invaghito senza essere ricambiato. Condannato a 16 anni di reclusione, dal 2022 era libero e si era trasferito a Volterra.
Il suo nome, secondo gli investigatori, è legato a tre episodi di needle spiking avvenuti a Pisa: Baroncini passava ore a cercare online filmati pornografici di giovani donne sottoposte a punture di ago nelle natiche e si informava, persino contattando sconosciuti sui social, su come eseguire punture in modo non doloroso.
Su richiesta della Procura, il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Pisa ha adottato nei confronti del 50enne un’ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari, che è stata eseguita dagli agenti della Squadra Mobile della Questura a conclusione di indagini tecniche e indirizzate a studiare le abitudini e il profilo psicologico dell’indagato. L’allarme, come ricostruisce Il Tirreno, è iniziato dopo la denuncia di due giovani, di 23 e 21 anni, che nel weekend tra il 18 ed il 19 gennaio scorsi sono state punte alle natiche da un ago da siringa nel centro cittadino da un uomo incappucciato di mezza età. Entrambe avevano riferito di essere state punte da una siringa mentre passeggiavano rispettivamente sul cavalcavia di San Giusto e lungo viale Bonaini.
Di seguito, sono state diffuse sul web notizie e immagini riguardanti il probabile autore delle condotte, identificato sui social perché assuntore di sostanze stupefacenti e spesso abbigliato con una felpa con cappuccio. Però era un errore, l’uomo del video era estraneo ai fatti.
Subito dopo le indagini hanno portato a collegare i due fatti di gennaio con un precedente accaduto il 14 settembre dello scorso anno in Lungarno Buozzi, quando una trentenne era stata punta da un ago mentre passeggiava. Molti gli elementi convergenti, così dalle immagini della videosorveglianza cittadina e da quelle tratte dagli esercizi commerciali, la Squadra Mobile ha ricavato un primo identikit: il sospettato era Baroncini, noto alle forze dell’ordine perché autore di quel femminicidio del 2009. Baroncini è stato riconosciuto da parte di una delle vittime durante la ricognizione fotografica svolta in Questura.
Il 24 gennaio scorso la Squadra Mobile aveva effettuato una perquisizione a casa dell’indagato, sequestrando un ago da siringa nascosto sotto al letto dell’uomo oltre agli abiti indossati durante le aggressioni sessuali. Nei suoi dispositivi informatici, pure le tracce della sua presenza nel centro cittadino di Pisa ove fotografava le parti posteriori di ignare giovani passanti e vario materiale pornografico, che hanno convinto Procura e Gip per la misura cautelare.
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