Cronaca

’Ndrangheta, dalla Lombardia estesa fino a Bolzano e Verona

di Ivano Tolettini -


Un volano affaristico illegale ramificato in quasi tutte le ricche province settentrionali, con “locali” strutturate in grado di condizionare una parte del mondo degli affari. La ’ndrangheta è innervata non solo in Lombardia, come dimostrano le continue inchieste della Procura distrettuale antimafia di Milano. Dai recenti arresti legati alle curve di Milan e Inter, come conferma la svolta nelle indagini per l’omicidio del capo ultras neroazzurro Vittorio Boiocchi, dopo le chiamate in correità del pentito Andrea Beretta, che ha pugnalato a morte il giovane esponente della mafia calabrese Antonio Bellocco; agli arresti legati a Equalize con la cattura dell’imprenditore Lorenzo Sbraccia, dopo le dichiarazioni di un altro collaboratore di giustizia, Annunziatino Romeo, e le presunte intimidazioni orchestrate ai danni degli imprenditori bergamaschi Motterlini perché transassero “amichevolmente” rinunciando così a 22 dei 30 milioni per i quali avevano ottenuto un decreto ingiuntivo, emerge un quadro assai fosco. “È la punta dell’iceberg”, ci spiega un investigatore, perché la ’ndrangheta che si fa potente industria criminale con collegamenti transazionali è un dato consolidato. Sul punto il Procuratore antimafia di Trento, Sandro Raimondi (nella foto), dopo l’ennesima inchiesta che coinvolge anche l’Alto Adige, è stato esplicito: “Abbiamo iniziato questa indagine nel modo tradizionale perché era stata segnalata la presenza di un esponente di spicco della ’ndrina di Isola Capo Rizzuto, che aveva diverse società a Egna, in provincia di Bolzano. Ci siamo coordinati subito con la Direzione antimafia nazionale e la distrettuale di Catanzaro per mettere in atto una sinergia investigativa con i carabinieri del Ros di Trento e Catanzaro, e la Dia di Padova. L’obiettivo era quello di individuare tutti gli aspetti di natura finanziaria che ormai sono la colonna portante delle attività criminali di stampo mafioso”. Secondo il metodo di “seguire i soldi”, messo a punto negli anni Ottanta dai magistrati Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, gli inquirenti trentini hanno “analizzato le cessioni di rami d’azienda, di quote societarie e di pacchetti azionari, consentendo di sviluppare e fortificare tutti gli aspetti criminali di natura mafiosa e ’ndranghentistica”. Illustrando la semestrale 2024, il direttore della Dia, generale della Guardia di Finanza Michele Carbone, parlando del Veneto ha spiegato che “aumentano i casi di intimidazioni nei confronti degli amministratori locali, sia consiglieri comunali sia sindaci”. Se nel litorale veneziano gli interessi economici miliardari sono stati calamita per il crimine mafioso più vorace, è nel Veronese che solo negli ultimi anni le indagini contro la ’ndrangheta hanno permesso di mettere in luce, tra gli altri, il ruolo di “Totareddu” Antonio Giardino, condannato in Appello a 29 anni di carcere, ritenuto dalla Procura antimafia di Venezia il boss della locale scaligera, articolazione della cosca Niscoscia Arena di Isola Capo Rizzuto. Traffico di droga, estorsioni, riciclaggio, frodi fiscali, sono i principali asset di un’attività mafiosa che si è fatta rigogliosa impresa, in grado di condizionare il tessuto economico. Il Procuratore Raimondi, lo scorso 25 marzo, riferendo ai cronisti il quadro dell’operazione che ha colpito una sospetta associazione per delinquere di stampo ’ndranghetista che avrebbe alimentato un giro d’affari criminale tra la cosca di Isola Capo Rizzuto e l’Alto Adige, passando anche da Milano, Verona, Perugia, Napoli e Caltanissetta, ha precisato: “Il giro di affari è di 50 milioni di euro e riguarda solo alcune società. Le attività di investigazione non finiscono qui perché non sono stati ultimati i riscontri verso società con sede in Campania, Emilia Romagna e Veneto”. Tornando all’imprenditore romano Lorenzo Sbraccia, con Fenice spa, cui ha cambiato il nome in Sbr Costruzioni Generali, rilevando il ramo d’azienda della Nova Coedmar in concordato, è entrato nel Consorzio Venezia Nuova, ed è impegnata agli Alberoni del Lido nei lavori relativi agli edifici di comando del Mose.


Torna alle notizie in home