Esteri

Condanna attacco russo a Sumy, Usa non firmano bozza

di Ernesto Ferrante -


Gli Stati Uniti si sono rifiutati di sostenere una bozza di dichiarazione del G7 che avrebbe dovuto contenere una condanna dell’attacco di Sumy di domenica, costato la vita a 35 persone. Washington, secondo fonti diplomatiche, avrebbe assunto questa posizione per “mantenere aperto uno spazio negoziale” con la Russia.

I contatti tra le parti continuano attraverso diversi canali, ma “la materia è così complessa che è difficile aspettarsi risultati immediati”, ha detto il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov.

Il raid russo è costato la carica al governatore della regione di Sumy, Volodymyr Artiukh, accusato di aver autorizzato una premiazione per i membri delle forze armate ucraine, fornendo un “bersaglio” al nemico, che lo ha centrato con due missili.

In un video su Facebook Artem Semenikhin, sindaco di Konotop, ha incolpato Artiukh di aver “aiutato la Russia a giustificare il suo attacco terroristico, un attacco genocida contro di noi ucraini. Come li ha aiutati? Ha organizzato, qui, la consegna di attestati e medaglie ai nostri ragazzi, agli eroi. A una delle brigate, la 117ª Brigata. Tutti ne parlano, tutti ne scrivono, quindi non è un segreto”. Il ministero della Difesa russo ha sostenuto che l’obiettivo fosse una riunione di ufficiali militari ucraini.

Il capo dei servizi segreti esteri russi, Sergei Naryshkin, ha ribadito le condizioni per porre fine alla guerra. In un’intervista rilanciata dalla Tass, Naryshkin ha dichiarato che l’Ucraina dovrà rinunciare all’adesione alla Nato, accettare lo status di Paese neutrale, denazificato e privo di armamenti nucleari, oltre a cedere i territori annessi dalla Federazione russa (Lugansk, Donetsk, Kherson e Zaporizhzhia).

Naryshkin ha accolto con favore la ripresa del dialogo con gli Stati Uniti per arrivare a una possibile soluzione diplomatica del conflitto, sottolineando tuttavia che Russia e Bielorussia stanno osservando un’intensificazione delle attività della Nato lungo i propri confini, soprattutto in prossimità della Polonia.

A Fox News ha parlato l’inviato di Donald Trump, Steve Witkoff, che venerdì scorso ha incontrato Vladimir Putin a San Pietroburgo. “Penso ci sia la possibilità di rimodellare le relazioni tra Russia e Stati Uniti attraverso opportunità commerciali molto interessanti, che credo diano anche stabilità alla regione”, ha affermato Witkoff, aggiungendo che “le partnership creano stabilità”.


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