Cronaca

Tre ragazze violentate da predatori sessuali, Lega: “Castrazione”

di Ivano Tolettini -


C’è preoccupazione nell’opinione pubblica per una serie di reati a sfondo sessuale nei confronti di tre giovani ragazze commessi negli ultimi giorni da individui recidivi, spesso immigrati irregolari, che con tracotanza non si sono fatti scrupoli di sfogare i loro istinti in maniera criminale. L’ultimo odioso stupro è avvenuto l’altra sera a Busto Arsizio, nel Varesotto, quando un ventunenne di origini nordafricane è stato arrestato in flagranza dagli agenti della polizia accorsi su richiesta di un cittadino che aveva sentito le grida di aiuto della vittima. La 14enne, che il violentatore aveva conosciuto sui social e che ha attirato in trappola, era stata avvicinata in una zona appartata e subito assalita. La deputata Laura Ravetto, responsabile del dipartimento Pari opportunità della Lega, attacca: “Gli va inflitto il massimo della pena. È ora di finirla con il finto femminismo e affrontare il problema di un retaggio culturale che non appartiene all’Occidente. C’è ancora qualcuno che ha il coraggio di parlare di ius soli?” Poche ore prima, stavolta a Padova, i poliziotti della squadra mobile hanno arrestato un kossovaro di 36 anni scarcerato dal Due Palazzi giovedì scorso dopo la detenzione durata dieci mesi. Ha attirato in trappola un’albanese con la scusa di una grave minaccia che incombeva sul figlio, l’ha violentata sotto l’effetto della cocaina e l’ha minacciata con una pistola. L’allarme dopo diverse ore in balia del violentatore, la donna ha potuto darlo sabato mattina quando in una zona semicentrale della città ha fermato una pattuglia delle volanti ed ha raccontato la violenza sessuale subita. Sullo sfondo la polizia non esclude ci possa essere una probabile vendetta contro la donna commissionata dal suo paese natale. “Abbiamo dato una risposta immediata, nel giro di 48 ore da quando abbiamo ricevuto la denuncia di questa povera donna, – spiega il questore di Padova, Marco Odorisio (nella foto) – risalendo al presunto responsabile che stava per allontanarsi dalla città. Lo dovevamo alla vittima, una giovane donna aggredita in maniera brutale, e anche alla cittadinanza turbata di fronte a questi fatti”. Sul terzo episodio di Mestre, il più angosciante se si può stilare una graduatoria di gravità perché la vittima ha soltanto 11 anni, è intervenuta non solo la politica con il governatore Zaia, incredulo che a commettere la violenza sia un pregiudicato seriale, ma anche il patriarca di Venezia, Francesco Moraglia, che sconcertato dichiara: “Come è stato possibile quanto accaduto? Se consideriamo i precedenti di chi è accusato di tale nefandezza sembra non esserci risposta. Nonostante ciò, la domanda rimane ed è rivolta a tutti noi e in particolare a chi deve tutelare gli inermi, i più deboli e, come in questo caso, i minori”. Sulla vicenda è intervenuto anche Matteo Salvini, che da anni sostiene che nel caso di stupratori e pedofili bisognerebbe ricorrere alla castrazione chimica. “Altri Paesi europei ricorrono a questa tecnica -analizza -, non dobbiamo stupirci, anche perché questi criminali tornano a volte a colpire e la società va tutelata, soprattutto nella parte più vulnerabile come le donne”. L’aggressione ai danni della bambina è avvenuta il 10 aprile da quello che è stato individuato come il predatore seriale Massimiliano Mulas, 45enne di origini sarde, e il suo arresto eseguito dai carabinieri è avvenuto nei giorni scorsi. Davanti al gip, l’altro giorno, l’indagato ha fatto scena muta come gli ha consigliato il suo avvocato Ignazio Ballai, intenzionato a chiedere la perizia psichiatrica. “Sono sgomento che un individuo con precedenti specifici da far rabbrividire – osserva il governatore Luca Zaia – possa macchiarsi di uno dei peggiori crimini, pedinando braccando e violentando una undicenne nel pieno centro di una nostra città come Mestre”. Il leader leghista Salvini ribadisce la sua ricetta della castrazione chimica. “Il problema va risolto così – sottolinea -, come del resto fanno altri paesi europei. Non capisco perché soltanto il nostro partito, e pochissimi altri, portano avanti questa battaglia che per noi è di civiltà”. Anche il ministro Roberto Calderoli parla di castrazione chimica: “Questi casi, che rappresentano la punta dell’iceberg , confermano la necessità di ripensare alla mia storica proposta della castrazione chimica, una misura temporanea e con effetti reversibili, per individui patologici e recidivi. La proposta l’ho presentato in ogni legislatura, ma non è mai stata calendarizzata o discussa. Di fronte a queste continue violenze sessuali indignarsi non basta, servono risposte concrete”.

Violenza sulle donne: femminicidi in calo, aumentano i “reati spia”, si denuncia di più – L’Identità


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