Usa, stop di una giudice alla deportazione di 530mila migranti
Negli Stati Uniti la giudice federale Indira Talwani ha bloccato la decisione dell’amministrazione Trump di revocare lo status legale e i permessi di lavoro a oltre 530mila migranti provenienti da Cuba, Haiti, Nicaragua e Venezuela, entrati legalmente negli Stati Uniti grazie al programma umanitario istituito durante la presidenza Biden. La revoca sarebbe dovuta entrare in vigore il prossimo 24 aprile, esponendo centinaia di migliaia di persone al rischio immediato di deportazione accelerata.
Talwani ha stabilito che la revoca collettiva e senza revisione individuale viola la legge sull’immigrazione e il principio del giusto processo. Secondo la giudice, il Dipartimento della Sicurezza Nazionale ha applicato erroneamente le norme previste per chi entra illegalmente anche a chi, invece, è entrato legalmente tramite questo programma e la sentenza sottolinea che la cancellazione di massa dello status legale, senza una giustificazione caso per caso, “mina lo stato di diritto”.
La decisione di Talwani ha effetto immediato e sospende la revoca dello status legale e dei permessi di lavoro per i beneficiari del programma, almeno fino a una decisione definitiva nel procedimento giudiziario. Nessuna deportazione immediata, le autorità federali non potranpo procedere con le deportazioni né con la revoca dei permessi di lavoro per queste persone, che per ora continueranno a vivere e lavorare legalmente negli Stati Uniti. Eventuali future revoche dovranno essere valutate individualmente, non in modo collettivo e automatico, ciò cui puntava Donald Trump con la sua mossa.
Indira Talwani ha 65 anni, dodici anni fa è stata nominata giudice federale dall’allora presidente americano Barack Obama ma ha pure ricevuto un voto di conferma all’unanimità dal Senato Usa, prima di assumere l’incarico il 12 maggio 2014 presso il Tribunale distrettuale del Massachusetts. La mancanza di contestazioni durante il processo di conferma ha inoltre consolidato la sua reputazione come giudice bipartisan, nonostante le origini politiche della nomina.
Il caso più eclatante del quale si è occupata prima di questa vicenda che la iscrive nell’agenda nera della Casa Bianca è un clamoroso scandalo scoppiato 6 anni e noto come l’Operation Varsity Blues, un ampio caso di corruzione che coinvolse decine e decine di persone, accusate di aver pagato più di 25 milioni di dollari tra il 2011 e il 2018 a William Rick Singer, che utilizzò parte del denaro per gonfiare fraudolentemente i punteggi dei test di ammissione e corrompere i funzionari delle università americane. Un caso – finito pure, come spesso accade negli Usa, nelle storie raccontate al cinema -, che da allora ha minato la credibilità del sistema di istruzione degli States. in quella vicenda giudiziaria proprio la giudice Talwani, mentre i più diversi genitori coinvolti nello scandalo ammettevano via via la propria illecita condotta, non esitò a condannare l’attrice candidata all’Oscar Felicity Huffman: la moglie di William H. Macy passò 14 giorni in carcere, 250 ore di servizi sociali, un anno di libertà vigilata e pagò una multa di 30mila dollari.
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