Re Carlo III al Parlamento in seduta comune
Quella di Carlo III alla Camera dei deputati è stata una tappa storica, la prima volta di un re britannico dinanzi al Parlamento italiano riunito “una fondamentale istituzione democratica”, come lo ha definito. Una circostanza che ha sottolineato lo stesso sovrano britannico parlando a deputati e senatori nell’emiciclo di Montecitorio e che ha coinciso anche con la sua prima visita in Italia da quando siede sul trono d’Inghilterra. “È un grande onore essere stato invitato a parlare davanti a voi”, ha detto in italiano re Carlo all’inizio del proprio intervento, aggiungendo di essere “molto grato al presidente Mattarella per il suo gentile invito a compiere una visita di Stato in Italia“. Poi una battuta relativa proprio al suo dilettarsi con la lingua italiana: “Spero di non rovinare la lingua di Dante, non così tanto da non essere più invitato in Italia”, ha scherzato rivolgendosi ai parlamentari e ministri presenti in Aula. Rotto il ghiaccio, Sua Maestà è passato agli aspetti più istituzionali, ricordando che questo appuntamento aveva “uno scopo preciso: ribadire la profonda amicizia tra il Regno Unito e l’Italia e impegnarmi a fare tutto ciò che è in mio potere per rafforzare ancora di più questa amicizia nel tempo che mi sarà concesso in qualità di re“. Un rapporto evidenziato anche dal presidente del Senato Ignazio La Russa che nel corso del suo intervento non ha mancato di enfatizzare come “il sentimento di amicizia tra le nostre nazioni e i nostri popoli è radicato nella storia, in un flusso continuo di sintonie culturali, integrazioni sociali e scambi economici che hanno caratterizzato il nostro rapporto con il Regno Unito”. Venendo all’attualità, re Carlo si è soffermato su come “Gran Bretagna e Italia sono oggi unite nella difesa dei valori democratici che condividiamo”. Un evidente riferimento al conflitto ucraino poi citato a chiare lettere da Carlo III quando ha evidenziato che “i nostri Paesi sono stati al fianco dell’Ucraina nel momento del bisogno e hanno accolto migliaia di ucraini bisognosi di rifugio”. Una condivisione e un’unità di intenti dimostrata anche dal fatto che “le nostre forze armate sono fianco a fianco nella Nato. Siamo infinitamente grati del ruolo che l’Italia svolge ospitando basi chiave della Nato e guidando numerose operazioni all’estero”, ha aggiunto. Questione questa toccata anche dal presidente della Camera Lorenzo Fontana durante l’apertura della Cerimonia alla Camera. “I nostri Paesi – ha ricordato la terza carica dello Stato – sono uniti nell’Alleanza atlantica e in quella sede garantiscono la stabilità e la pace in diversi quadranti internazionali”. Dopo il punto sul difficile contesto internazionale, è stata la volta di una sorta di tuffo nel passato che ha visto re Carlo citare Giuseppe Garibaldi a proposito di come la figura dell’eroe risorgimentale appassioni ancora oggi i cittadini britannici, la partigiana Paola del Din, addestrata dall’organizzazione britannica Special operation executive durante la Seconda guerra mondiale, e Giovanni Falcone ricordando quando la sua “amata madre” ebbe modo di rendere “omaggio al vostro leggendario magistrato antimafia”. Un passaggio tra i più significativi dell’intervento di re Carlo che citando il giudice siciliano ha strappato uno degli applausi più lunghi e sentiti dei presenti nell’Aula della Camera. Conclusa la seduta c’è stato poi un piccolo fuori programma. Lasciando Montecitorio, re Carlo III e la moglie Camilla, invece di salire sulla Bentley con guida rigorosamente a destra, si sono addentrati a piedi in via Uffici del Vicario per una rapida sosta alla storica gelateria Giolitti. Forse un modo decisamente ‘dolce’ per festeggiare il ventesimo anniversario del loro matrimonio, ricorrenza che il sovrano britannico ha voluto ricordare anche durante il discorso tenuto davanti ai parlamentari e ai ministri italiani.
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