Luce e gas, slitta il decreto non la stangata
Bollette simbolicamente bruciate durante la manifestazione 'Insorgiamo', che a Napoli a visto sfilare in corteo movimenti antagonisti, esponenti dell'ecologismo come Friday for Future e sigle come 'Non paghiamo' che si oppongono al caro bollette. 5 novembre 2022. ANSA / CIRO FUSCO
Scatterà dal primo luglio l’obbligo di maggiore trasparenza per le offerte luce e gas imposto dal decreto bollette il cui approdo in parlamento, come ha dichiarato il presidente delle Commissione Attività produttive alla Camera Nicola Gusmeroli, slitterà a lunedì prossimo. Intanto, sempre nell’ambito dello stesso decreto, arriva un emendamento, promosso da Fratelli d’Italia, che escluderà la pignorabilità degli immobili nei confronti dei cosiddetti vulnerabili, ossia chi si trova in grave situazione di deprivazione economica o di salute tali da far dipendere la sua sopravvivenza dall’utilizzo di macchine medicale e gli over 75, che non riusciranno a pagare le utenze condominiali. Stando a quanto si legge nel documento legislativo, già approvato dalla Commissione Attività produttive alla Camera dei Deputati, non sarà possibile procedere al pignoramento della casa di proprietà se il debito, o meglio se il mancato pagamento delle quote delle bollette energetiche del condominio, sia inferiore a 5mila euro e se quella è l’unica abitazione a disposizione del debitore, a patto che abbia lì la residenza e che non si tratti di un immobile di lusso. Tuttavia, ai condomini che volessero rifarsi contro i morosi, sarà concessa la possibilità di iscrivere ipoteca giudiziale.
Arera, nel frattempo, inizia a organizzarsi per tempo. E in una nota l’autorità delle reti ha affermato che dal 1 luglio prossimo “nelle condizioni tecnico-economiche dei contratti di fornitura dovranno essere illustrati in un’unica sottosezione tutti i corrispettivi relativi alla vendita per l’energia elettrica e il gas naturale, separandoli dai corrispettivi regolati relativi alla tariffa per l’uso della rete ed agli oneri generali di sistema, da riportare anch’essi in apposite sottosezioni”. Insomma, le offerte dovranno essere chiare, leggibili e trasparenti. Arera, però, avrà più tempo a disposizione per decidere gli strumenti da mettere in campo per garantire trasparenza e confrontabilità delle offerte di gas ai clienti finali domestici sul mercato libero. Nel decreto bollette, difatti, il periodo per l’autorità sarà esteso dagli attuali 30 giorni a tre mesi dalla data di approvazione del provvedimento stesso. Non c’è fretta ma c’è bisogno di far bene.
Anche perché le stangate, sul fronte luce e gas, sono già arrivate. Un’analisi del portale Facile.it ha stimato che, nei primi tre mesi di quest’anno, l’esborso medio per le utenze domestiche è stato pari a 1.247 euro, con un aumento pari al 18% in termini percentuali, per un esborso maggiore, rispetto all’anno scorso, di circa 190 euro. Il gas pesa più della luce: si sono spesi, in tre mesi, circa 990 euro a famiglia e cioè se ne sono andati 156 euro in più rispetto all’anno scorso, per un aumento che in termini percentuali raggiunge il 19 per cento. Meno evidente, invece, il rincaro per la luce: il primo trimestre di quest’anno ha registrato una spesa media stimata in 257 euro, per un valore superiore a quello dello stesso periodo 2024 pari a 34 euro in più (+15%). La speranza, spiegano da Facile.it, sta nell’analisi e nelle previsioni dell’European Energy Exchange secondo cui le tariffe luce e gas dovrebbero calare nel corso dell’anno, ma non abbastanza da sterilizzare quelli già patiti nel primo trimestre. Per farla semplice: se tutto andrà bene, spenderemo “solo” il 7 per cento in più rispetto all’anno scorso scucendo, tra luce e gas, poco meno di tremila euro. Le stime parlano, infatti, di un esborso che a fine anno ammonterà a 2.950 euro a famiglia, per un aumento da circa 200 euro rispetto al 2024.
Ma qualche preoccupazione, per la prossima stagione, c’è. Eccome. Se, come ha riferito Snam, la stagione invernale è passata (più o meno, dati gli aumenti medi del prezzo del gas stimati nell’8%) in scioltezza e cogli stoccaggi ancora pieni al 42% (meglio della media Ue che s’attesta al 34%), è con il prossimo inverno che si deve iniziare a fare i conti. “Abbiamo delle difficoltà, questo è un punto molto serio e molto importante, molto critico perché adesso siamo andati a un minimo di stoccaggio”, ha riferito Claudio Descalzi, ad di Eni: “Se dobbiamo considerare che il prezzo del gas è sceso ma sta risalendo, e per poterlo riempire ci vogliono circa 11 miliardi di metri cubi e i prezzi non tendono a scendere, vuol dire che bisogna avere un bel po’ di soldi e di investitori perché non può farlo il Gse o Snam. E con questi prezzi penso che non sia semplice, ma non per l’Italia, ma per tutta l’Europa. L’Europa è scesa ancora più di noi”.
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