Attualità

Dalla Consulta il no al terzo mandato per Vincenzo De Luca

di Angelo Vitale -


Al termine dell’ampia discussione di stamane la Consulta aveva concluso l’udienza con la formula di rito: “Sarà deciso”, ma già costituzionalisti e osservatori politici ipotizzavano – la decisione della Corte Costituzionale era attesa nel pomeriggio – un probabile accoglimento del ricorso governativo che bloccherebbe il terzo mandato del governatore della Campania Vincenzo De Luca. Fonti evidenziavano come la Consulta avrebbe potuto affermare la preminenza delle norme nazionali sui limiti di mandato, invalidando la legge emanata dalla Regione Campania sulla quale fonda le sue speranze il presidente De Luca. E così è stato: la legge regionale è “anticostituzionale”, De Luca non potrà ricandidarsi. Da lui, per ora, nessuna reazione. Il suo partito, il Pd, si era invece preparato per tempo ad un vertice di consultazione interna che registrerà gli umori della base in tutta la regione, anche per verificare la disponibilità ad appoggiare una eventuale candidature, a nome di un auspicabile “campo largo”, dell’ex presidente della Camera, il 5Stelle Roberto Fico.

La vicenda traeva origine dal tentativo del governatore campano di candidarsi per un terzo mandato consecutivo, nonostante il limite nazionale di due mandati stabilito dalla legge 165 del 2004. Nel novembre scorso il Consiglio regionale della Campania aveva approvato la legge numero 16 che modifica le norme sui mandati, aprendo la strada alla ricandidatura di De Luca. Il governo italiano ha impugnato la legge dinanzi alla Corte Costituzionale, sostenendo l’incostituzionalità di un provvedimento regionale in contrasto con i principi nazionali.

Le ipotesi erano tre. Se la Consulta avesse bocciato la legge come ha fatto, strada sbarrata per la ricandidatura di De Luca. Qualora la Consulta avesse confermato la legge campana, De Luca avrebbe ottenuto il via libera per correre di nuovo. La terza via ipotizzava la Corte dichiararsi incompetente, rimandando la decisione a un giudice amministrativo, una opzione considerata già stamattina assai improbabile.

De Luca ha sempre accusato apertamente il governo di discriminazione, citando casi analoghi in Veneto, Piemonte e Marche non contestati. Tuttavia, la legge campana era l’unica attualmente impugnata per il suo carattere “ad personam” e la decisione della Consulta segna ora anche un precedente cruciale per l’autonomia legislativa delle regioni.


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