Fatto a pezzi in Colombia: la fine tragica di un biologo italiano
Ucciso e fatto a pezzi in Colombia, è quanto accaduto ad Alessandro Coatti, il biologo italiano il cui corpo è stato ritrovato all’interno di una valigia abbandonata vicino allo stadio Sierra Nevada. La scoperta risale a domenica 6 aprile nella città di Santa Marta, una città di oltre 400mila abitanti sull’Oceano Atlantico, nel dipartimento di Magdalena. In seguito alle analisi effettuate sui resti è stato possibile individuare l’identità del 42enne, un biologo molecolare che ha lavorato per la Royal Society of Biology di Londra, con formazione in biologia molecolare e neuroscienze presso la Scuola Normale Superiore di Pisa e all’University College London.
Le autorità locali hanno fatto sapere che Coatti alloggiava in un ostello nel centro storico di Santa Marta. Arrivato giovedì, per una vacanza, il 42enne era stato visto l’ultima volta venerdì. Poi era sparito nel nulla, fino al ritrovamento di domenica.
A tradirlo la passione per la sua professione. Il quotidiano colombiano ElTiempo scrive che un addetto dell’ostello ha riferito che Coatti aveva “chiesto più volte informazioni sui percorsi per raggiungere Minca”, una località del massiccio della Sierra Nevada, “e se c’era la possibilità di studiare le specie della zona”.
Probabilmente le sue ricerche per arrivare nella zona – un villaggio sulla Sierra Nevada di Santa Marta, fino a qualche anno fa inaccessibile per la forte presenza di gruppi paramilitari nell’area e comunque una meta ambientalista di grande interesse perché sede di una biodiversità aviaria studiata da molti ricercatori – lo hanno condotto alla sua tragica fine. I suoi resti – il corpo fatto a pezzi, la testa, le mani, i piedi – sono stati ritrovati da un gruppo di bambini all’interno di una valigia abbandonata ai margini di una strada di campagna.
Il sindaco di Santa Marta, Carlos Pinedo Cuello, ha annunciato che ci sarà una ricompensa di cinquanta milioni di pesos per chiunque possa riferire “informazioni accurate che consentano di identificare e catturare i responsabili”.
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