Attualità

Lo smartphone è una gabbia per i nostri figli

di Lorenzo Fioramonti -


Viviamo nell’epoca dell’iperconnessione, gli smartphone sono diventati prolungamenti delle mani dei nostri adolescenti e i social media il loro principale ambiente relazionale. Secondo il Censis, oltre l’85% degli adolescenti italiani possiede uno smartphone, e il 72% lo utilizza per più di 4 ore al giorno. I dati del Pew Research Center e di Ipsos indicano che gli adolescenti americani ed europei trascorrono in media quasi cinque ore al giorno sui social media, con punte che superano le otto ore nei weekend.

Il tempo trascorso davanti agli schermi non è solo una questione quantitativa ma anche qualitativa. Secondo uno studio pubblicato sulla rivista JAMA Pediatrics, un uso superiore alle 3 ore giornaliere di social media è correlato a un aumento significativo dei sintomi depressivi e ansiosi nei giovani. Più del 60% degli adolescenti dichiara di controllare compulsivamente il telefono anche di notte, interrompendo il ciclo del sonno e compromettendo la funzione cognitiva durante il giorno. Senza poi considerare il fatto che i genitori hanno poco o nessun controllo sui contenuti a cui vengono sottoposti i figli.

Le neuroscienze mostrano come l’uso eccessivo dello smartphone influenzi lo sviluppo del cervello. Studi recenti indicano una riduzione dell’attenzione, un peggioramento della memoria a breve termine e un aumento dell’impulsività. I meccanismi dopaminergici attivati dalle notifiche e dai “like” alterano il sistema di ricompensa cerebrale, rendendo difficile la concentrazione e favorendo la dipendenza.
Dal punto di vista comportamentale, l’abuso dei social media porta spesso all’isolamento sociale.

Paradossalmente, più tempo si passa “connessi”, meno si sviluppano competenze relazionali reali. Si osserva anche una crescita nei livelli di aggressività verbale e bullismo online, alimentati dalla percezione di anonimato e impunità. Come confermato da Sarah Wynn-Williams, ex dirigente di Facebook, le piattaforme adottano vere e proprie politiche predatorie sui più giovani, esaltando le loro insicurezze per vendere di più e rafforzando l’idea che il valore personale dipenda dall’approvazione altrui.
La serie Adolescence (la più vista in Italia nelle ultime settimane) racconta proprio come tutto questo si traduca in una violenza senza senso, in una rabbia costante ed un senso di smarrimento profondo per i teenager, che rischia di rovinargli la vita per sempre.

Cosa dovremmo fare? In Parlamento, c’è un disegno di legge da me promosso nel 2020, quando ero deputato, che prevede il divieto degli smartphone a tutti i minori di 12 anni. Va approvato con urgenza. Gli smartphone andrebbero anche completamente eliminati dalle scuole, obbligando gli studenti ad accedere al registro elettronico solo tramite computer.
La nuova educazione civica da me introdotta quando ero Ministro prevede corsi per l’uso consapevole delle tecnologie, introducendo limiti di tempo e periodi “offline”, e promuovendo l’empatia e il pensiero critico: sono strumenti essenziali per restituire ai giovani la capacità di vivere pienamente la realtà e prepararsi meglio al futuro.


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