Attualità

Il mobile non si arrende al pessimismo dei dazi

di Cristiana Flaminio -


C’è chi non si arrende al pessimismo dei dazi, come il settore del mobile. A Milano, in concomitanza all’apertura del Salone, Mediobanca ha pubblicato una ricerca per cui le imprese dell’arredamento, dopo aver chiuso col segno più il 2024 (0,7%), non si rassegnano a fossilizzarsi sugli scenari apocalittici dei dazi Usa. Anche se affrontano “un contesto sfidante” che parte da una lieve diminuzione dell’export (-0,9 nel 2024), il 75% delle imprese “prevede un aumento del fatturato e delle esportazioni nel 2025” per un rialzo stimato in un promettente 2,5%. Il 31% dell’ecosistema (composto da 409 imprese di varia dimensione) teme i dazi Usa. E ne ha paura solo perché teme che il mercato possa venir invaso da prodotti scadenti, ma a buon mercato, provenienti dalla Cina. Il 71,5% ha paura della concorrenza al ribasso sul mercato ma la sfida della qualità non è un problema per il 78% delle imprese. Intanto Assolavoro ha ribadito l’ottimismo della filiera affermando, in un suo report, che il settore del sistema legno-arredo-design si prepara, nel 2025, a dare lavoro a ben 53mila nuovi lavoratori. La gran parte delle assunzioni riguarderà la manifattura che, da sola, ne assorbirà circa 48mila. Le aziende hanno fame di falegnami, tappezzieri, verniciatori e addetti alla lavorazione del legno mentre resta alta la richiesta per designer, sia d’interni che di prodotto, forniture e lighting. Di esperti ne servono poco meno che 5mila, per la precisione sarebbero 4.800. Da collegare, poi, alle figure di vendita che, per ogni settore, risultano fondamentali. Il mobile non si arrende al pessimismo dei dazi. Anzi.


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