A Parigi il summit del “vorrei ma non posso”. Macron, Starmer e la “forza di rassicurazione”
Il 27 marzo del 2025 rischia di passare alla storia come la giornata internazionale del cerino in mano. Il vertice della “Coalizione dei Volenterosi” a Parigi, al di là del nome pomposo, è stato un raduno di leader con posizioni diverse convocato da chi nemmeno partecipa al tavolo della pace tra Stati Uniti e Russia. Ospite d’onore è stato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, inviso a entrambe le potenze che possono mettere realmente fine al conflitto in Ucraina e con una forza politica e militare assolutamente insufficiente per dettare le condizioni di un eventuale accordo.
Zelensky ha avuto un breve incontro con il primo ministro britannico Keir Starmer e con il presidente francese Emmanuel Macron prima dell’inizio del summit transalpino. Macron ha anche sentito telefonicamente Donald Trump. La Francia ha annunciato un aiuto aggiuntivo di 2 miliardi di euro di supporti difensivi a Kiev in “missili Mistral, carriAMX e munizioni”.
Durante la conferenza stampa di Emmanuel Macron al termine della riunione dei “volenterosi”, ha affermato che “gli europei sono più audaci, uniti e determinati di poche settimane fa” e “l’Europa deve essere pronta nel caso l’America non sia più al suo fianco: questo significa che dovremo agire da soli”.
Il presidente francese ha detto che è “in pianificazione” una “forza di rassicurazione” per l’Ucraina che opererà in “aria, terra e mare”. Non sarà una missione di peacekeeping e non opererà sulla linea del fronte.
Una delegazione militare anglo-francese sarà mandata a lavorare con l’esercito ucraino per pianificare il futuro delle forze armate di Kiev. Ai ministri degli Esteri è stato conferito il per formulare entro tre settimane proposte su come monitorare un cessate il fuoco. Macron non ha potuto fare a meno di ammettere che sulla “forza di rassicurazione” non c’è unanimità tra i leader riuniti, “ma andremo avanti comunque”. Francia e Regno Unito guidano la coalizione.
Differente la ricostruzione della presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen. “Questa quarta riunione sull’Ucraina è stata un’altra dimostrazione dell’unità europea, nel fare delle Forze armate ucraine la migliore garanzia di sicurezza per la difesa del Paese. Oggi e a lungo termine”, ha scritto su X “bomber” Leyen, sbandierando una compattezza inesistente, smentita perfino da chi ha promosso l’iniziativa.
Secondo il premier britannico Keir Starmer, l’Europa si sta “mobilitando” in quanto continente, dentro e fuori i confini dell’Ue, “come non si vedeva da decenni”. “Saremo pronti a rendere operativo un accordo di pace, qualunque sia la sua forma precisa”, ha garantito Starmer.
L’unica che sembra essere consapevole della situazione sul campo e del contesto in cui il Vecchio Continente si sta muovendo, è Giorgia Meloni. Durante il suo intervento, il presidente del Consiglio italiano ha parlato del cessate il fuoco sulle infrastrutture critiche, dell’allargamento all’Ucraina dell’art 5 della Nato, dell’indisponibilità all’invio di truppe e del coinvolgimento dell’Onu in iniziative di peacekeeping. La linea di Roma sull’impiego di soldati è ben salda.
Meloni ha proposto invitare gli Stati Uniti per rimarcare che l’Europa e gli Usa devono continuare a muoversi d’intesa e quale forma di “riconoscimento degli sforzi di pace del presidente Donald Trump”.
“Abbiamo bisogno di un piano chiaro, un piano su cui siamo tutti d’accordo e che inizieremo ad attuare sulla base delle opzioni e degli sviluppi che sono già stati discussi con voi e che sono a vostra disposizione. Vorremmo invitare in Ucraina un piccolo gruppo di vostri rappresentanti per sviluppare insieme questo piano”. Così sui social il presidente ucraino Volodymyr Zelensky.
Dopo il botta e risposta delle scorse ore, il portavoce del ministero degli Esteri ucraino ha precisato che l’Ucraina e la Russia non hanno colpito le rispettive infrastrutture energetiche dal 25 marzo. Martedì gli Stati Uniti hanno comunicato accordi separati per sospendere gli attacchi nel Mar Nero e contro gli obiettivi energetici.
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